“Non possiamo tenere per molto tempo tutte queste persone a bordo senza avere idea di quando potremmo portarle a terra”. Sono le parole di Caroline Abu Sada, direttrice generale di SOS Méditerranée Svizzera, che ai nostri microfoni aggiunge: “Non abbiamo a bordo casi medici gravi, ma ci sono molti ustionati, diversi donne incinte e molti minori non accompagnati che hanno comunque bisogno di protezione. La situazione non può che peggiorare e la nostra nave non è concepita per ospitare così tante persone per lungo tempo, ma solo per recuperale e portale il prima possibile a terra. Temiamo un rapido peggioramento delle condizioni a bordo”.
La situazione a bordo della nave Aquarius (inglese/francese)
EBU 11.06.2018, 15:20
“È chiaramente un gioco politico quello a cui stiamo assistendo – prosegue Abu Sada – e questo a scapito delle persone a bordo dell’Aquarius: si stanno usando esseri umani che hanno già vissuto l’inferno in un braccio di ferro politico”. Abu Sada ammette però “che l’Italia ha già accolto un numero enorme di persone e da mesi ha chiesto aiuto agli altri paesi dell’Unione europea, che non si sono assunti la loro responsabilità: quante risorse l’UE ha messo o non messo a disposizione per aiutare Roma ad accogliere al meglio queste persone? In questo caso specifico, non biasimo solo l’Italia”.
Tra Italia e Malta è in corso uno scontro per decidere chi deve prestare soccorso alle persone sull’Aquarius. La posizione di SOS Méditerranée è che tocca a Roma farsene carico: “L’operazione di soccorso è stata coordinata da Roma: la logica e il diritto internazionale dicono che debba essere l’Italia a individuare un porto sicuro in cui attraccare, dato che ha gestito tutto fin dall’inizio”.
RG-Claudio Bustaffa/ludoC