Nord Stream, la Russia chiede un'indagine

La Russia chiederà all’ONU di istituire una commissione internazionale indipendente per indagare sul sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 del settembre scorso. La bozza di risoluzione, che l’agenzia Reuters ha potuto visionare, è stata consegnata venerdì ai quindici membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Dmitry Polyanskkiy, che rappresenta Mosca nel consesso, ha detto che l’obiettivo è di mettere il testo ai voti entro una settimana. Per passare una risoluzione del Consiglio necessita di almeno nove voti favorevoli e di nessun veto da parte di Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Cina o, ma qui non sarà il caso, Russia.

Questo significa che il voto potrebbe avvenire proprio in coincidenza con il primo anniversario dell’invasione dell’Ucraina. E in concomitanza con il voto dell’Assemblea generale che, giovedì prossimo, dovrebbe chiedere a Mosca di ritirare le sue truppe e cessare le ostilità.

Quanto ai sabotaggi, finora sono note unicamente le conclusioni di Svezia e Danimarca, secondo cui i gasdotti sono stati danneggiati deliberatamente, ma che non hanno indicato i responsabili.

Gli Stati Uniti e la NATO hanno definito l’incidente un “atto di sabotaggio”. La Russia, da parte sua, ha incolpato l’Occidente. Ma nessuno ha fornito prove.

La scorsa settimana il giornalista investigativo Seymour Hersh, premio Pulitzer nel 1970, ha scritto – citando una fonte non identificata – che i sommozzatori della Marina degli Stati Uniti avevano distrutto i gasdotti con esplosivi su ordine del presidente Joe Biden.