Riprendono oggi, giovedì, a Vienna i negoziati sul ritorno degli Stati Uniti all'accordo sul nucleare iraniano, sullo sfondo di nuove tensioni sulla questione sia tra Washington e Teheran che tra Iran e Israele. Teheran chiede la completa rimozione delle sanzioni americane, mentre Washington il ritorno dell’Iran al pieno rispetto degli obblighi derivanti dall'accordo.
I colloqui, avviati in presenza la scorsa settimana, coinvolgono formalmente la Repubblica islamica e i 4+1 (Francia, Germania, Regno Unito, Russia e Cina) con la mediazione dell'Unione Europea, mentre gli Stati Uniti seguono gli sviluppi in un tavolo parallelo, visto che ufficialmente non sono più parte dell'intesa, dopo il ritiro unilaterale deciso dall'ex inquilino della Casa Bianca Donald Trump nel 2018.
I colloqui ricominciano dopo le forti tensioni degli ultimi giorni, come accennato, con l'attacco al sito atomico iraniano di Natanz, che Teheran ha attribuito a un "sabotaggio" di Israele, annunciando come risposta l'intenzione di avviare l'arricchimento dell'uranio al 60%. Una mossa commentata con preoccupazione dall'amministrazione statunitense di Joe Biden. "Gli USA prendono molto sul serio la mossa provocatoria dell'arricchimento dell'uranio da parte di Teheran", ha detto mercoledì sera il segretario di Stato Antony Blinken.
Intanto, la Guida suprema della Repubblica islamica, l'ayatollah Ali Khamenei, ha lanciato un monito perché i negoziati non "vengano prolungati inutilmente". Tra poco più di due mesi, il 18 giugno, in Iran sono previste le elezioni presidenziali, in cui l'attuale capo dello Stato, Hassan Rohani, non potrà ricandidarsi.
ATS/ANSA/Swing