Approfondimento

Nuova Caledonia, un paradiso in bilico

I kanak in rivolta contro la riforma della legge elettorale spinta da Parigi: “ci mette in minoranza” – L’arcipelago del Pacifico stretto tra gli spettri del passato coloniale e le nuove crisi internazionali

  • 18 maggio, 00:50
  • 20 maggio, 15:15
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Un uomo davanti a un'auto bruciata dopo i disordini a Noumea, Nuova Caledonia, 15 maggio 2024

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Di: Reuters/AP/ATS/M. Ang.

Conflitti a fuoco, saccheggi, incendi e barricate. Da giorni la Nuova Caledonia, territorio d’oltremare francese dal 1946, è scossa da scontri tra migliaia di nativi kanak e le forze dell’ordine, che vengono attaccate anche con armi di grosso calibro.

Sventolando la bandiera kanak, gruppi armati hanno istituito posti di blocco, bruciando pneumatici e rallentando il traffico. Alla base della protesta la riforma costituzionale che, consentendo a un maggior numero di residenti francesi di iscriversi nelle liste elettorali, metterà i nativi in minoranza, rendendo di fatto irraggiungibile il loro sogno di vincere un referendum sull’indipendenza.

Solidarietà con la causa, manifestazioni anche a Parigi

In segno di solidarietà con la causa dei kanak, anche a Parigi sono state organizzate manifestazioni.

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Una manifestazione di solidarietà con la causa kanak organizzata in Place de la Republique a Parigi (16 maggio 2024)

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La Francia non controlla più diverse aree

Nonostante l’intervento dell’Eliseo, che ha decretato lo stato di emergenza già il 15 maggio, il controllo di diversi distretti dell’arcipelago ormai, “non è più assicurato”, ha dovuto ammettere il 17 maggio l’Alto Commissario della Repubblica, Le Franc . Le Franc ha detto di sperare che l’arrivo di rinforzi (1’000 agenti) possa permettere di “riconquistare” le zone in mano ai rivoltosi. Nella stessa capitale sono state erette barricate, mentre Le Franc ha “annunciato il coprifuoco e vietato TikTok”.

disordini in Nuova Caledonia
  • Reuters

Il giorno precedente, il 16 maggio, il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, su France 2, aveva puntato il dito contro la CCAT (Cellula di coordinamento delle azioni sul terreno), “organizzazione mafiosa, violenta” - la frangia più radicale del Fronte di liberazione kanak socialista (FLNKS) -. Secondo Darmanin, si tratta di “un gruppuscolo che si dice indipendentista, ma che in realtà compie saccheggi, omicidi e violenze. Non bisogna confonderli con i militanti politici”.

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Noumea, 15 maggio 2024

  • Reuters

La guerriglia urbana

L’ultimo bilancio provvisorio delle vittime parla di 5 morti (fra i quali due membri della comunità kanak e due poliziotti, uno ucciso “da uno sparo accidentale”) e diverse centinaia di feriti (tra i quali almeno 60 agenti delle forze di sicurezza), mentre 214 persone sono state arrestate per gli scontri con la polizia, gli incendi dolosi e i saccheggi di giovedì, ha dichiarato l’Alto Commissario della Repubblica, Louis Le Franc, rappresentante dello Stato francese in Nuova Caledonia.

Le forze armate restano schierate a protezione di aeroporti e porti caledoniani, mentre centinaia di poliziotti francesi sono stati inviati nel territorio del Pacifico, per tentare di ristabilire l’ordine pubblico. È stato imposto il coprifuoco notturno (dalle 18.00 alle 6.00 del mattino) per almeno 11 giorni (con pene fino a 6 mesi di carcere per chi lo viola) e il divieto di assembramenti.

Le nuove crisi internazionali, il Pacifico e la “Francia sovrana in casa sua”

L’invettiva del ministro dell’Interno francese non si è fermata ai leader kanak. Darmanin ha anche accusato di ingerenza un Paese lontanissimo come l’Azerbaigian: “non è un’invenzione, è una realtà - ha detto a France 2 rispondendo a una domanda sull’ipotesi che Paesi filorussi sobillino le proteste -. Purtroppo una parte degli indipendentisti caledoniani ha fatto un accordo con l’Azerbaigian. È incontestabile e dà un’idea di cosa è a volte la democrazia, se si ascoltano certi leader. Ma oggi, anche se ci sono tentativi di ingerenza, nessun Paese compie violenze in Nuova Caledonia. La Francia è sovrana in casa sua”.

Nel frattempo, però, diversi analisti sottolineano come la repressione messa in atto da Parigi a Noumea potrebbe rafforzare la Cina, che sta cavalcando il sentimento anti-occidentale (conseguenza del colonialismo), sentimento mai sopito nelle isole del Pacifico, insieme al rancore che ancora i nativi del Pacifico nutrono nei confronti di USA e Francia, per aver usato le loro isole come “spazzatura”, dove effettuare devastanti test nucleari. Isole che hanno una particolare importanza strategica, collocate come sono tra gli Stati Uniti e l’Asia.

 “La Francia sta cercando di riemergere come partner nel Pacifico e questo non aiuterà di certo la sua immagine”, ha detto Oliver Nobetau, ex consigliere del governo di Papua Nuova Guinea in materia di accordi di sicurezza internazionale.

Una fonte di alto livello francese della Reuters ha imputato al presidente Macron una serie di errori diplomatici, a partire dall’aver sostenuto politici “integralisti” al governo dell’arcipelago, non disposti a trovare accordi con i nativi. “Per i kanak, favorevoli all’indipendenza, sembrava che stesse facendo loro il gesto del dito medio”.

La scintilla che ha dato il via alla rivolta dei nativi kanak

La rivolta ha preso il via il 13 maggio dopo che il Parlamento francese a Parigi ha adottato una proposta di legge controversa: una riforma elettorale che “amplia” la platea degli aventi diritto al voto; permetterà ai francesi non caledoniani, che vivono nell’arcipelago da 10 anni, di votare alle elezioni provinciali. Una norma che, secondo i nativi, “diluirà” il voto dei kanak (ridotti oggi al 40% della popolazione), cancellando di fatto l’accordo del 1998 che fissava, tra l’altro, il numero di aventi diritto al voto a quanti risultavano iscritti sulle liste in quel momento.

La Francia, va ricordato, aveva promesso con l’Accordo di Noumea del 1998, di dare gradualmente più potere politico al territorio, che conta quasi 300’000 abitanti.

Ora però i kanak si sentono traditi. Una volta che la riforma avrà superato l’esame delle Camere - riunite in Congresso a Versailles poiché devono trattare una revisione costituzionale – acquisteranno il diritto al voto altre 25’000 persone. Con questi numeri i kanak – sostengono loro – saranno condannati a dire addio alle speranze di vincere qualsiasi futuro referendum sull’indipendenza.

Il voto a Parigi sul testo del governo ha potuto contare sull’appoggio dei macroniani, dei deputati di destra e di quelli di estrema destra. La sinistra ha votato contro.

Finestra per trattare entro fine giugno, prima della revisione costituzionale

Entro fine giugno si procederà dunque al voto per la revisione costituzionale a meno che - ha scritto Macron in una lettera ai caledoniani in cui definisce “indegni” i disordini - non si trovi “un accordo fra le parti che tenga conto delle legittime aspirazioni di ognuno e non semplicemente dello scongelamento del corpo elettorale”. Ora, di fronte al rischio tangibile di una guerra civile, Macron ha chiesto al premier francese Gabriel Attal e al ministro dell’interno Gérald Darmanin di ricevere a Parigi già la prossima settimana “i rappresentanti delle forze politiche indipendentiste e non indipendentiste” per trovare una via d’uscita pacifica.

Fin qui la cronaca. Resta il fatto che la storica contrapposizione fra i discendenti dei nativi kanak (che aspirano all’indipendenza) e i discendenti dei colonizzatori (che vogliono restare parte della Francia) è rimasta sotto-traccia negli ultimi decenni, ma i motivi di risentimento nei confronti dei secondi non sono mai venuti a mancare. Era dagli anni Ottanta che non si registravano scontri così cruenti (nel 1988 morirono 19 kanak e 2 militari nell’assalto alla grotta di Ouvéa), ma se è vero che da allora 3 referendum hanno ribadito la volontà dei caledoniani di restare francesi, i motivi di attrito tra le due comunità non sono mai venuti meno. Sullo sfondo i dati impietosi che collocano i nativi nella fascia più povera della popolazione, con la maggioranza dei kanak che resta emarginata e discriminata nella gestione del potere, confinata ai margini della società.

La crisi del turismo

Sul suo sito web, l’Ente del Turismo della Nuova Caledonia invita i visitatori a “svelare i misteri” dell’isola, che ospita la laguna più grande del mondo, e loda la perfezione delle sue “spiagge da cartolina”, ma intanto i molti turisti, attirati in Nuova Caledonia da spiagge paradisiache, si sono trovati “intrappolati” dallo scoppio della rivolta e dal coprifuoco imposto dai francesi.

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La baia di Noumea

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Il turismo, un’industria chiave per l’arcipelago, era stato duramente colpito dalla pandemia di Covid-19, ma si era ripreso lo scorso anno con 125’900 vacanzieri, secondo il governo locale. Ora però i voli internazionali sull’aeroporto internazionale di La Tontouta, controllato dall’esercito e dalle truppe inviate in rinforzo, sono stati sospesi almeno fino al 21 maggio. Così i social network sono pieni di messaggi di turisti e visitatori che chiedono aiuto alle loro ambasciate per poter tornare a casa.

Le raccomandazioni del DFAE per chi viaggia

La situazione in Nuova Caledonia è in continua evoluzione. Dunque anche il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha diramato una serie di raccomandazioni generali. In particolare viene ribadito che “dal 13 maggio 2024, in Nuova Caledonia, in particolare a Grand Nouméa, avvengono ripetutamente manifestazioni violente, scontri tra manifestanti e forze di sicurezza, saccheggi, incendi dolosi e blocchi stradali. Non si può escludere il rischio di ritrovarsi all’improvviso in mezzo a scontri violenti”. Il DFAE, quindi, suggerisce, “prima e durante il viaggio” di seguire “lo sviluppo della situazione nei media e restare in contatto con l’operatore turistico. Si consiglia inoltre di evitare i raduni di massa e le manifestazioni di qualsiasi tipo. Prestare attenzione alle istruzioni delle autorità locali (ad es. coprifuochi). 
Haut-Commissariat de la république en Nouvelle-Calédonie: Actualités
Numero di telefono «cellule d’information du public»: +687 200 000.

Notiziario delle 3.00 del 16.05.2024: Disordini in Nuova Caledonia

RSI Info 16.05.2024, 07:11

  • Reuters

Notiziario

Notiziario 15.05.2024, 11:00

  • Oliver Nobetau
  • Gérald Darmanin
  • Louis Le Franc
  • Fronte di liberazione kanak socialista
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  • Pacifico

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