Dopo il voto sulla risoluzione del Consiglio di sicurezza ONU che chiede maggiori aiuti alla popolazione civile ma non la cessazione della guerra, Israele ha condotto nuovi pesanti raid sulla striscia di Gaza allargando l’area interessata da operazioni terrestri.
Almeno 20 persone sono state uccise in diversi attacchi su campi profughi nel centro della striscia, riferiscono fonti mediche locali. Un aereo israeliano avrebbe ucciso 76 membri di una stessa famiglia a Gaza City, in uno dei raid più sanguinosi dall’inizio del conflitto, 78 giorni fa. Lo ha dichiarato un responsabile della protezione civile locale. L’esercito israeliano ha invece annunciato di avere ucciso Hassan Atrash, responsabile del commercio e della manifattura di armi per Hamas.
Sul fronte diplomatico, l’Iran minaccia di chiudere lo stretto di Gibilterra, porta occidentale del Mediterraneo, se “gli Usa e i loro alleati continueranno a commettere crimini nella striscia di Gaza”. Questo almeno ha dichiarato il comandante dei Pasdaran (guardiani della rivoluzione) Mohammad Reza Naqdi.
Da giorni i ribelli Huti, di confessione sciita e alleati dell’Iran, conducono dallo Yemen attacchi sulle navi sospettate di trasportare merci da e per Israele nel Mar Rosso, costringendo le compagnie armatrici a optare per itinerari più lunghi e costosi, come la circumnavigazione dell’Africa, e privando l’Egitto degli ingenti profitti dei pedaggi di transito dal canale di Suez.