Il rapporto di Human Rights Watch (HRW) che accusa le guardie di frontiera saudite di aver ucciso "centinaia" di migranti etiopi è "molto inquietante", ha detto il portavoce dell'ONU Stephane Dujarric, osservando tuttavia che è difficile "confermare" queste accuse. Il rapporto fa "accuse molto gravi. So che il nostro ufficio per i diritti umani è a conoscenza della situazione e ha avuto contatti ma è molto difficile per loro confermare la situazione alla frontiera", ha aggiunto, sottolineando che in generale "impedire la migrazione con la canna di un fucile è intollerabile".
Anche gli USA hanno espresso preoccupazione per un rapporto di Human Rights Watch, secondo cui le guardie di frontiera saudite hanno ucciso centinaia di migranti etiopi, e hanno sollecitato un'indagine completa.
"Migranti etiopi uccisi a centinaia dalle guardie saudite"
"Non mi sono mai imbattuta in qualcosa di simile, l'uso di esplosivi anche contro donne e bambini", la denuncia di Nadia Hardman, capo ricercatrice di Human Rights Watch. Ed è proprio il rapporto di HRW a denunciare come sia finito sulle sabbie infuocate del deserto, sotto i colpi d'arma da fuoco delle guardie di frontiera saudite, il viaggio della speranza di centinaia, forse migliaia, di migranti per lo più etiopici che hanno arrancato per mesi lungo una delle rotte più pericolose del mondo. Una sorta di sadico tiro al piccione dei militari di Riad, rivela Human Rights Watch (Hrw), che lasciano marcire i cadaveri sotto il sole o, nel migliore dei casi, sparano alle gambe da distanza ravvicinata non prima di aver chiesto a gente stanca, affamata e indifesa su quale arto vuole essere colpita.
L'odissea inizia dalle aree remote del Corno d'Africa, si snoda fino a Gibuti e poi su barche di fortuna attraverso lo stretto di Bab el-Mandeb (nome che in italiano suona sinistramente come 'Luogo del lamento funebre') tra il mar Rosso e il Golfo di Aden, attraverso lo Yemen sconvolto dalla guerra per finire nei lager gestiti da trafficanti che fanno capo ai ribelli Houthi e poi tentare la sorte. Son oltre 200 mila ogni anno i migranti su questa rotta, secondo L'Organizzazione mondiale per le migrazioni (Oim).
"Uccisi in un modo che non avrei mai immaginato"
"Ho visto persone uccise in un modo che non avrei mai immaginato", ha raccontato ai ricercatori di Human Rights Watch Hamdiya, una ragazza di 14 anni che è riuscita ad attraversare il confine a febbraio, "ho visto 30 persone uccise sul posto". C'è chi riesce a passare la frontiera, viene arrestato e poi rispedito indietro. Ma anche in questo caso non è detto che riesca a uscirne vivo.
"Ci hanno sparato con colpi di mortaio"
"Ci hanno caricato su un minibus, quando ci hanno rilasciato ci hanno urlato di scendere e andarcene", ha detto Munira, 20 anni, spiegando che "quando eravamo a un km di distanza, le guardie di frontiera potevano vederci. Ci stavamo riposando insieme dopo aver corso molto... ed è stato allora che hanno sparato colpi di mortaio sul nostro gruppo. Eravamo in 20 e solo 10 sono sopravvissuti".
Per il rapporto i ricercatori hanno intervistato 42 sopravvissuti e amici e parenti di chi ha tentato di entrare nel regno, analizzato 350 video e foto diffusi sui social o raccolti da altre fonti e girati tra il 12 maggio 2021 e il 18 luglio 2023. Tra le immagini, morti, brandelli di corpi e feriti sparsi lungo le zone di confine.
"Hanno costretto un giovane a stuprarne un altro"
Ma gli orrori non finiscono qui. È stato documentato almeno un caso in cui le guardie di frontiera hanno costretto un giovane sopravvissuto a stuprarne un altro minacciandolo di morte.
"Le vittime potrebbero essere migliaia"
Non si conosce il numero esatto delle vittime. Secondo Hardman, "un minimo di 655, ma è probabile che siano migliaia". In giugno, un altro rapporto dell'Oim parlava di almeno 795 vittime "per lo più etiopi", riporta il Guardian. Una campagna mirata contro i migranti che, a giudizio di HRW, potrebbe costituire un crimine contro l'umanità.
Già in ottobre esperti dell'ONU avevano denunciato i massacri in una lettera al governo di Riad. Ma i sauditi hanno risposto che "le autorità non hanno scoperto alcuna informazione o prova per confermare o comprovare le accuse".
Bin Salman è ritenuto dagli USA il mandante dell'omicidio del giornalista Kashoggi
Intanto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden sta valutando la possibilità di incontrare a margine del G20 di settembre in India il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, ritenuto dall'intelligence USA il mandante dell'omicidio del giornalista dissidente Jamal Kashoggi. Mentre Downing Street, scrive il Guardian, ha confermato che il premier britannico Rishi Sunak intende accogliere a Londra bin Salman "il più presto possibile".
Telegiornale del 19.08.2023: le testimonianze dei migranti salvati dalla Geo Barents
RSI Info 20.08.2023, 10:57
Notiziario 21.00 del 21.08.2023
Notiziario 21.08.2023, 21:08
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