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"Rotte migratorie sempre più pericolose"

La portavoce dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni dell’ONU alla RSI: serve una risposta coordinata e globale per far fronte a una situazione molto difficile

  • 19 agosto 2023, 06:39
  • 11 settembre 2023, 14:26

Migrazione, intervista alla portavoce del OIM

Telegiornale 18.08.2023, 20:00

Di: Mattia Pacella/TG

L'afflusso di migranti attraverso la rotta del Mediterraneo centrale mette sotto pressione l'Europa, Svizzera compresa. Più di 100'000 persone sono sbarcate in Italia dall’inizio del 2023 e, durante i giorni di Ferragosto, è stata superata la soglia più alta dal 2017. Sei anni fa approdarono sulle coste della penisola 119'370 stranieri nell’intero arco dell’anno. Abbiamo fatto il punto della situazione con l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, principale organizzazione intergovernativa in ambito migratorio fondata nel 1951, fa parte del Sistema delle Nazioni Unite.

"Sempre più morti nel Mediterraneo"

"La situazione è molto difficile, soprattutto nel Mediterraneo centrale". Spiega alla RSI Safa Msehli, portavoce OIM: "Anche noi abbiamo notato un aumento degli arrivi in Europa, in particolare in Italia attraverso la rotta del Mediterraneo centrale. Abbiamo anche registrato un forte aumento dei decessi su questa particolare rotta, per esempio. Finora quest'anno abbiamo registrato 1'800 morti, un numero già molto più alto rispetto al totale dei decessi registrati nell'anno precedente".

Nuove rotte, sempre più rischi

Secondo l’OIM oggi la mancanza di rotte sicure poi provoca sempre più rischi. "Sì la mancanza di percorsi migratori sicuri e regolari spinge le persone a ricorrere ai servizi dei contrabbandieri", spiega Safa Msehli. "E purtroppo, molti di loro finiscono nelle mani dei trafficanti. Per questo è necessario ampliare i percorsi di migrazione sicuri, ma soprattutto ampliare l'inclusione o la migliore inclusione nel mercato del lavoro per gli immigrati a tutti i livelli di competenza, contribuendo così ad alleviare la pressione di queste rotte migratorie irregolari."

Cambiamenti climatici e guerra

Pochi giorni fa oltre 60 migranti sono morti a largo delle coste dell’Isola di Capo Verde, nell’Atlantico a seguiti di un naufragio. Forse erano diretti verso le Isole Canarie, per loro la terra promessa. "Beh, questo dimostra il livello di disperazione che le persone stanno affrontando". Ci dice ancora la portavoce dell’OIM. "I migranti e i richiedenti asilo con cui parliamo ci dicono che stanno fuggendo da situazioni di disperazione, sia che si tratti di conflitti, disastri dovuti al cambiamento climatico, guerre, sia che stiano fuggendo da persecuzioni o semplicemente cercando una vita migliore, cercando un lavoro migliore e una vita migliore per le loro famiglie.

L'inizio di una nuova crisi?

"È difficile fare ipotesi, ma è chiaro che quest'anno abbiamo assistito a un aumento delle partenze, soprattutto verso l'Europa e il Mediterraneo centrale", conclude Msehli. "Per questo è molto importante lavorare insieme a livello regionale ma anche internazionale per affrontare i fattori che spingono alla migrazione e le cause alla radice della migrazione irregolare in patria, oltre ad ampliare i percorsi regolari e la protezione nel mercato del lavoro".

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