Ponte di comando: turni di due ore, con binocoli puntati verso il mare.
È anche con mezzi semplici che si riescono a intercettare le imbarcazioni su cui viaggiano i migranti diretti in Europa. Il 22% dei salvataggi compiuti dalla nave Geo Barents, gestita dall’ong Medici senza Frontiere, è stato fatto grazie ad avvistamenti diretti. Nel resto dei casi, oltre la metà arriva da segnalazioni di Alarm Phone, nel 13% dei casi da avvistamenti aerei utilizzati da altre ong.
Le esercitazioni nel Mediterraneo
Dopo la partenza sabato dal porto di La Spezia, dove la Geo Barents ha sbarcato 49 migranti, l’attività a bordo è frenetica. I nuovi membri dello staff a bordo sonno immersi nei vari corsi di formazioni per essere subito operativi sul campo. Le variabili che si troveranno in mare sono moltissime: le condizioni meteo, il fattore giorno-notte (il 23% dei soccorsi è fatto in orario notturno), il tipo di imbarcazione usato dai migranti. Ci si può trovare di fronte un peschereccio con 600 persone a bordo, o un barchino di metallo, con poche decine. La variabile più grande riguarda la loro stabilità: il momento dell’arrivo dei soccorsi può essere persino un fattore di pericolo, se non gestito, con i migranti che tentano di raggiungere i mezzi di soccorso, portando al ribaltamento della loro imbarcazione. A bordo, in attesa di raggiungere l’area di ricerca e soccorso, i preparativi sono frenetici. Lezioni di teoria e pratica. Esercitazioni a sorpresa. Si cerca di arrivare nel momento dell’intervento in mare nel modo più professionale possibile.
Migrazione, il viaggio del TG nei prossimi giorni
Telegiornale 11.08.2023, 20:00
I rapporti tra l’Italia le navi gestite dalle ong, negli ultimi anni, sono peggiorati. Roma, dal 2017, ha introdotto diverse limitazioni al loro operato. Una strada seguita anche dal governo in carica. “L’Italia continua ad assegnarci porti di destinazione molto lontani, come la Spezia e Ravenna – dice Virginia Mielgo Gonzales, responsabile dei soccorsi MSF sulla Geo Barents - questo ci fa perdere del tempo, anche 8-9 giorni di navigazione in più tra andata e ritorno, rimaniamo quindi più a lungo al di fuori dell’area dei soccorsi”.
Servizio di: Claudio Bustaffa
Riprese e montaggio: Emilio Romeo