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Nel Mediterraneo, fra soccorsi e tensioni coi libici

"Via di qui": l'ordine della guardia costiera - Reportage sulla Geo Barents, la nave di MSF impegnata nelle operazioni di salvataggio dei migranti

  • 18 agosto 2023, 11:16
  • 11 settembre 2023, 21:26
03:28

Reportage dalla nave Geo Barents nel Mediterraneo

Telegiornale 17.08.2023, 20:00

Di: Claudio Bustaffa e Emilio Romeo, inviati RSI 

È tutta una questione di tempo.

È la regola dei soccorsi in mare: ogni minuto può essere fatale per un migrante in viaggio su un gommone, può finire in acqua in ogni momento, senza giubbotto di salvataggio. Per questo si cerca di raggiungerli nel modo più veloce possibile. Il soccorso di mercoledì - al quale RSI ha assistito - fatto da Medici senza frontiere, che ha recuperato in mare 55 migranti, si è concluso in quaranta minuti.

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Pronti a lanciare i soccorsi

  • RSI

Due gommoni veloci con a bordo i soccorritori hanno lasciato la nave Geo Barents, hanno raggiunto i migranti e con due viaggi li hanno portati al sicuro. Tra loro ci sono due donne, in buone condizioni di salute. Una volta a bordo la paura del mare ha lasciato spazio alla festa: sorrisi, abbracci, lacrime di gioia. Sono tutti salvi. Tutti in cerca di un nuovo futuro, ancora da costruire: l’80% di loro ha meno di 18 anni. Sono quasi tutti minori non accompagnati, partiti da Gambia, Senegal, Ghana, Nigeria, Burkina Faso, Guinea-Bissau e Sudan. Si sono imbarcati su un gommone quando era da poco passata la mezzanotte, il 17 agosto, da una spiaggia a est di Tripoli. Poche ore dopo sono stati avvistati da un aereo di una ong impiegato nella ricerca dei migranti in mare e che ha immediatamente lanciato l’allarme. In quel momento dalla Geo Barents sono partiti due gommoni veloci. Il resto della storia sono i balli e i sorrisi dei migranti a bordo.

Tensione con la Guardia costiera libica

Ogni minuto che passa fa la differenza tra la vita e la morte, ma anche tra il futuro e il passato. Il soccorso di Medici senza Frontiere è stato fatto nella SAR della LIbia, area di ricerca e soccorso di competenza delle autorità di Tripoli, che dovrebbe garantire un coordinamento nei soccorsi, ma spesso non manda comunicazioni alle ong. In ogni caso, anche nell’area SAR di competenza di uno stato tutte le navi (ong comprese) hanno il diritto e il dovere di intervenire nel caso in cui ci sia un’imbarcazione in difficoltà.

Ed è in quest’area di mare che si è assistito più volte a dissidi tra Guardia costiera libica e navi delle organizzazioni non governative. L’ultimo scontro è andato in scena durante il salvataggio al quale abbiamo assistito, con protagonista la Geo Barents. Poco dopo i soccorsi una motodevetta della Guardia costiera libica (si tratta di un mezzo donato dall’Italia lo scorso giugno) ha avvicinato a tutta velocità la nave di Msf, ha compiuto due manovre inusuali, facendo due giri attorno alla nave, si è poi messa nella sua scia, cercando di guardare all’interno per individuare i migranti appena salvati.

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Stremati dalla fatica

  • RSI

Via radio più volte i libici hanno dato l’ordine a MSF di lasciare immediatamente la zona. Tutto si è poi risolto poco dopo, quando MSF ha comunicato di aver ricevuto l’indicazione delle autorità italiane sul “porto sicuro” in cui sbarcare i migranti: la nave è diretta a Bari. In quel momento i libici si sono allontanati.

“Non è la prima volta che subiamo questo tipo di intimidazioni da parte dei libici – ha detto Virginia Mielgo Gonzales, coordinatrice MSF sulla Geo Barents - Vogliono allontanarci da quest’area di soccorso, ma queste sono acque internazionali e noi abbiamo pieno diritto ad operare qui. I migranti che abbiamo a bordo di sono impauriti. Li abbiamo soccorsi mezzora prima dell’arrivo dei libici, se fossero arrivati prima loro, a quest’ora sarebbero già stati riportati in Libia. Sarebbe stato un respingimento in violazione delle norme internazionali, perché avrebbe riportato i migranti nel posto dal quale cercano di fuggire”.

Se a soccorrere i migranti fosse arrivata prima la Guardia costiera libica, ora i 55 migranti sarebbero di nuovo in Libia, e non sulla nave Geo Barents diretta a Bari. Non si sarebbe stato nessun canto, nessuna festa per loro.

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