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"Nel deserto le persone muoiono, ma non hanno scelta"

Reportage dalla Geo Barents, la nave di MSF che salva migranti nel Mediterraneo - Le testimonianze dei sopravvissuti

  • 20 agosto 2023, 14:40
  • 11 settembre 2023, 14:26

Telegiornale del 19.08.2023: le testimonianze dei migranti salvati dalla Geo Barents

RSI Mondo 20.08.2023, 10:57

Di: Claudio Bustaffa ed Emilio Romeo, inviati RSI sulla Geo Barents

Si è concluso il nostro viaggio di oltre una settimana sulla Geo Barents, la nave dell’ONG Medici Senza Frontiere impegnata nelle operazioni di salvataggio dei migranti nel Mediterraneo. Dopo tre giorni di navigazione per arrivare nelle acque in prossimità della Libia, l’equipaggio ha compiuto un’operazione che ha permesso di trarre in salvo 55 migranti. Persone che domenica sono sbarcate a Bari, in Italia. Molte di loro hanno alle spalle storie difficili. Abbiamo raccolto le testimonianze di due di loro, salvati nel bel mezzo del mare.

Lezioni di italiano. Nel viaggio di ritorno si imparano le prime parole.

Poco più in là si studia geografia. Si sbarca domenica a Bari. La strada per queste persone sarà ancora lunga. Ancora di più quella che si sono lasciati alle spalle.

"Sono partito dalla Nigeria, due anni fa, sono passato dal Niger e poi sono arrivato in Libia, fino a Tripoli", racconta alla RSI David, un giovane migrante africano tratto in salvo dalla Geo Barents.

"La polizia spesso ci fermava", racconta. Gli chiediamo se ha visto dare soldi alle forze dell’ordine… e David risponde: "Sì sì… certamente. Anche io l’ho dovuto fare".

Ogni passaggio ha un costo, e ogni volta c’è un trafficante da pagare. "Ho pagato due persone. Una per il passaggio dalla Nigeria alla Libia, l’altra per il viaggio in mare. Ho pagato in totale 2'000 euro, 10'000 dinari libici", prosegue.

Si rischia la vita in mare, la si rischia anche attraversando il Sahara. "Abbiamo dormito nel deserto, ci abbiamo messo una settimana per attraversarlo, senza cibo né acqua. Ho visto persone morire. Ma non hai altra scelta: hai il 50% delle possibilità. Devi rischiare la vita per ottenere quello che vuoi".

Un deserto di sabbia alle spalle, una distesa d’acqua davanti, per raggiungere l’Europa. "Quando siamo arrivati al mare, quella notte, ho visto le onde. Ho ricordato le parole dei miei amici: non tentare di attraversare il mare, può finire davvero male e lì ho realizzato che può essere davvero così, conclude David.

Sulla nave, abbiamo parlato con tanti migranti: tutti quando parlano di Libia cambiano espressione. "La Libia è pericolosa", "la Libia è pericolosa", ripetono.

Telegiornale delle 20.00 del 19.08.2023: la diretta, di Claudio Bustaffa

RSI Mondo 20.08.2023, 10:59

Karamo, 21 anni, gambiano, ne porta i segni sulla pelle: "Nel cibo che ci davano i libici quando eravamo in prigione c’erano delle medicine, ho avuto una reazione sulla pelle… lo fanno anche per mettere pressioni ai tuoi cari, perché paghino per la nostra liberazione. Appena arrivato in Libia la polizia mi ha bloccato, sono stato in prigione per più di un mese. Ho aspettato che i miei amici mi mandassero dei soldi. In totale 2500 euro. ma solo dopo il terzo pagamento i libici mi hanno lasciato andare".

Karamo ha perso la mamma e il papà, poco prima di partire verso l’Europa. "Quando sarò in Italia – racconta – voglio andare a scuola, trovare un lavoro per mandare soldi ai miei amici in Gambia, perché lì la vita non è facile".

Non sarà facile nemmeno per loro ora che sono sbarcati in Italia. Qui, il loro futuro è ancora pieno di incertezze.

Termina il viaggio del TG con MSF

Telegiornale 20.08.2023, 12:30

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