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ONU: "Sgomenti per violenze in Myanmar"

Guterres: "Violati i diritti umani" - Tra i 138 morti anche donne e bimbi - Torture e legge marziale; gli USA: "Violenze dei militari immorali"

  • 15 marzo 2021, 23:34
  • 22 novembre, 17:25
01:41

Dal RG del 15.03.2021: il servizio è di Paola Nurnberg

RSI Info 15.03.2021, 23:15

  • Keystone
Di: ATS/RTR/L.D 

A un mese e mezzo dal golpe militare in Myanmar non si placano le violenze dei militari verso gli attivisti pro-democrazia. Oggi, lunedì, sono almeno 20 i morti. Lo annuncia l'Associazione per l'assistenza ai prigionieri politici, una ong birmana. Domenica il bilancio peggiore: con almeno 50 persone uccise.

"Almeno 138 manifestanti pacifici" sono stati uccisi dall'inizio del colpo di Stato in Birmania: lo denuncia l'Alto Commissariato dell'ONU per i diritti umani, precisando che fra le vittime vi sono donne e bambini. Il Segretario generale, Antonio Guterres, si è detto inorridito dal rapido aumento delle violenze in Myanmar. L'ONU "sta facendo pressioni sulla comunità internazionale affinché si lavori collettivamente e bilateralmente per far terminare la repressione militare".

Anche gli Stati Uniti hanno preso posizione contro la violenza dell'esercito birmano, definita "immorale e indifendibile". "Le forze di sicurezza bimane hanno letteralmente attaccato il loro popolo, uccidendo decine di persone nel Paese", ha denunciato la portavoce del dipartimento di Stato USA, Jalina Porter.

Blocco di internet e legge marziale

Con un nuovo blocco del traffico internet sui telefonini applicato lunedì, il rischio di censura sulle nuove stragi è elevato. Inoltre, in diversi distretti di Yangon, la città più grande del Paese, è stata imposta la legge marziale. Sotto controllo militare anche il funzionamento della giustizia e le condanne a morte.

Torturati a morte attivisti del partito di San Suu Kyi

L'insegnante e attivista birmano del National League for Democracy, Zaw Myat Lynn, è stato brutalmente torturato e ucciso dai militari che lo avevano prelevato dalla casa in cui viveva con la moglie. Lo riporta il Guardian, sotolineando la brutalità della violenza. Il 46enne era stato in prima linea nelle proteste. Sulla sua pagina Facebook aveva spesso condiviso video di militari che picchiavano e sparavano contro manifestanti pacifici. Lynn è il secondo attivista del partito di Aung San Suu Kyi a morire dopo aver subito torture. Qualche giorno prima di lui era stato trovato morto in carcere Khin Maung Latt, 58 anni, presidente della National League for Democracy di Yangon.

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