L’ONU ha preso in esame sei bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza, concludendo che lo Stato ebraico potrebbe aver violato il diritto internazionale. L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha affermato che, quando sono sistematici e diffusi, gli attacchi contro i civili possono comportare crimini contro l’umanità, senza stabilirlo formalmente.
In un rapporto pubblicato mercoledì dall’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani, vengono analizzati i bombardamenti di case, una scuola, campi profughi e un mercato, avvenuti tra ottobre e dicembre del 2023. “L’obbligo di scegliere mezzi e metodi di guerra che evitino o almeno riducano al minimo le vittime civili sembra essere stato ripetutamente violato nella campagna di bombardamenti israeliana”, afferma l’Alto Commissario Volker Türk.
Senza fare un chiaro collegamento, che dovrà essere stabilito da un tribunale, il rapporto delle Nazioni Unite suggerisce, per la prima volta, una possibile “implicazione di crimini contro l’umanità”. Parla anche di “serie preoccupazioni” per le violazioni del diritto umanitario internazionale (DIU) e di possibili crimini di guerra, oltre a quelli commessi da Hamas e da altri gruppi palestinesi.
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Il ricorso da parte israeliana ad armi capaci di scatenare esplosioni con effetti ad ampio raggio dimostra la mancanza di distinzione tra combattenti e civili, secondo il rapporto. I sei bombardamenti citati hanno causato almeno 218 vittime, ma il numero è probabilmente molto più alto.
Immagini satellitari e altre prove dimostrano che sono state utilizzate armi pesanti, in grado di danneggiare diversi piani di cemento e di far crollare gli edifici. In 5 attacchi non è stato dato alcun preavviso ai civili.
Israele ha affermato di aver preso di mira i terroristi coinvolti nel massacro del 7 ottobre in tre di questi attacchi. Ma “la semplice presenza” di un comandante o di alcuni combattenti non giustifica la trasformazione di un intero quartiere in un obiettivo militare, afferma il rapporto dell’Alto Commissario.
Lo Stato ebraico aveva annunciato che stava effettuando valutazioni su ciascuno di questi incidenti. Ma “otto mesi dopo il primo di questi attacchi”, non sono stati chiariti e non è stata stabilita alcuna responsabilità, deplora l’Alto Commissario, che ha chiesto alle autorità israeliane di rendere pubblici i dettagli di questi attacchi. E chiede indagini indipendenti, in modo che coloro che li hanno perpetrati possano essere perseguiti. “Da allora abbiamo visto continuare questo tipo di bombardamenti”, ha dichiarato una portavoce dell’Alto Commissariato.
Da parte sua, la missione israeliana presso le Nazioni Unite a Ginevra deplora il fatto che la sua risposta non sia stata inclusa nel rapporto. Accusa l’Alto Commissariato di avere indicazioni “parziali” che hanno reso la sua valutazione “errata”.
La settimana scorsa, la Commissione internazionale d’inchiesta incaricata dal Consiglio per i diritti umani, ha dichiarato che Israele ha commesso crimini contro l’umanità. Ha accusato i gruppi palestinesi di crimini di guerra.
Numerosi i crimini denunciati
Le accuse contro Israele includono crimini di sterminio contro l’umanità, persecuzioni contro uomini e ragazzi palestinesi, omicidi, trasferimenti forzati, torture e altri abusi, crimini di guerra per aver “usato” la fame come arma, esecuzioni deliberate, attacchi ai civili, trasferimenti forzati e violenza sessuale.
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Anche in Cisgiordania, secondo la Commissione, l’esercito israeliano è responsabile di violenze sessuali, torture e altri abusi. Le autorità e l’esercito avrebbero anche autorizzato e persino incoraggiato una campagna di violenza da parte dei coloni contro i palestinesi.
La Commissione ha accusato Hamas e sei gruppi palestinesi di attacchi deliberati contro i civili, omicidi o esecuzioni deliberate, distruzione di proprietà e presa di ostaggi.
La missione israeliana presso le Nazioni Unite a Ginevra ha denunciato il rapporto di questi tre investigatori indipendenti per aver preso di mira il proprio Paese.
Il discorso della madre di un ostaggio alle Nazioni Unite
La Commissione collabora con la Corte internazionale di giustizia (CIG) e la Corte penale internazionale (CPI). Sebbene il Consiglio per i diritti umani non le abbia conferito il mandato di indagare su un eventuale genocidio, la sua presidente Navi Pillay non esclude nulla. “Controlleremo se ci sono elementi che prefiguirino il genocidio in questo conflitto”, ha dichiarato.
Sempre mercoledì, la madre di un ostaggio israeliano ha lanciato un appello al Consiglio per i diritti umani affinché la “comunità internazionale” aiuti a liberare sua figlia. “È estremamente importante”, ha dichiarato un altro membro della Commissione, Christopher Sidoti. Ha inoltre accolto con favore la prima partecipazione di Israele al dialogo con gli investigatori e ha auspicato di poter parlare con le famiglie degli ostaggi.
Per il momento, la Commissione ha affrontato solo la situazione degli ostaggi nei primi giorni. La Commissione ha comunque dichiarato che i diritti umani di queste persone e quelli dei detenuti palestinesi in Israele saranno menzionati nei prossimi rapporti.
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