Il primo ministro etiope Abiy Ahmed ha ordinato giovedì all'esercito federale di lanciare "l'offensiva finale", contro le autorità dissidenti del Tigré, sul capoluogo Mek'ele (Macallé), la capitale della regione settentrionale dell'Etiopia, dove da settimane è in corso un conflitto armato.
L'esercito - ha dichiarato il premier (Nobel per la Pace 2019) - ha ricevuto l'ordine di "lanciare la fase finale" dell'operazione militare lanciata il 4 novembre contro le forze armate del Fronte di liberazione del popolo del Tigré (Tigray People's Liberation Front - TPLF), ha scritto Abiy sui social network, promettendo che "si farà di tutto per proteggere i civili" e "perché la città di Macallé non subisca gravi danni".
Etiopia, civili massacrati
Telegiornale 13.11.2020, 21:00
"L'ultima via d'uscita pacifica è stata chiusa dall'arroganza della giunta della TPLF", ha detto Abiy, dopo un ultimatum di 72 ore che intimava alle autorità del Tigré e ai membri delle loro forze di arrendersi.
"Se la cricca criminale della TPLF avesse scelto di arrendersi pacificamente, la campagna (militare) si sarebbe conclusa con il minimo dei danni", ha sottolineato. Ha ricordato di aver dato ai leader del Tigré "molteplici opportunità di arrendersi pacificamente nelle ultime settimane".
Deporre le armi
Il primo ministro invita "gli abitanti di Macallé e dei dintorni a deporre le armi, a stare lontani da obiettivi militari e a prendere tutte le precauzioni necessarie". "Si farà di tutto per evitare di prendere di mira resti storici, luoghi di culto, istituzioni pubbliche e di sviluppo, case private", ha detto.
A capo di una lotta armata durata 15 anni contro il regime militarista-marxista di Derg, rovesciato nel 1991, la TPLF ha poi controllato l'apparato politico e di sicurezza dell'Etiopia per quasi 30 anni.
Etiopia, continuano gli scontri interni
Telegiornale 17.11.2020, 13:30
Notiziario 16.00 del 25.10.2020
RSI Info 25.11.2020, 19:40
Contenuto audio