Mark Rutte, 56 anni, leader del partito liberale olandese (VVD) e primo ministro uscente dei Paesi Bassi lascerà la guida del suo partito e probabilmente la politica dopo le elezioni generali d'autunno, la cui data non è stata ancora decisa. Lo ha annunciato lui stesso oggi (lunedi 10 luglio) "non senza emozione".
Per il suo Paese è la fine di un'epoca: al potere dal 2010, Rutte è stato capo del governo più longevo della storia d'Olanda ed è il decano del Consiglio europeo (la riunione dei capo di Stato e di governo dell'UE) insieme all'ungherese Viktor Orban.
Soprannominarto "Teflon" per la sua impermeabilità agli scandali e alle tempeste della poltiica, ha governato praticamente con tutto lo schieramento politico: dall'estrema destra (che forniva appoggio esterno al suo primo governo) ai laburisti, dai democristiani del CDA ai liberali progresssiti ed europeisti del D66.
Rutte è anche noto per l'assoluta semplicità della sua vita privata: ex capo del personale di Unilever e altre multinazionali, non è sposato, non ha figli, non ha mai fornito spunti alla stampa scandalistica, non fuma, non beve, va principalmente in bicicletta, suona il pianoforte e ama le letture, è membro attivo della chiesa protestante e tifa per il Feyenoord.
Il suo quarto governo è caduto venerdi dopo che i quattro partiti che lo componevano non sono riusciti a mettersi d'accordo su una riforma del sistema di asilo. Rutte e la CDA sono per un inasprimento delle attuali regole. D66 e l'Unione cristiana erano contrari.
Addio, davvero?
La partenza effettiva di Rutte potrebbe però essere ancora lontana. Dopo le elezioni, con il sistema proporzionale, per i 150 seggi dellla Tweede kamer (la camera bassa del Parlamento) i partiti dovranno mettersi d'accordo sul programma di governo e l'esercizio dura solitamente molto a lungo. L'ultima volta, nel 2021, ci sono voluti quasi nove mesi.
Non è detto, infine, che Rutte non possa "risorgere" in qualche importante ruolo UE a partire dall'anno prossimo, dopo le elezioni europee di maggio e la nomina della nuova commissione tra giugno e settembre (per la cui presidenza è attualmente probabile una riconferma di Ursula von der Leyen). Per esempio alla guida del Consiglio europeo, ruolo attualmente occupato da un Charles Michel che ha deluso molti.
L'Olanda di Rutte ha giocato un ruolo chiave in molti dossier, dal bilancio al fondo per la ripresa. E l'uomo è capace di lavorare con molti: negli ultimi mesi si è contraddistinto per il buon rapporto con il presidente del consiglio italiano Giorgia Meloni. L'11 giugno i due sono andati insieme a Tunisi, accompagnati da von der Leyen, per convincere il presidente Saied a fare di più nella lotta all'immigrazione illegale, in cambio di un maggiore sostegno UE al paese.
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Notiziario 07.07.2023, 21:14
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