Open Arms ha avuto comunicazione ufficiale da parte dei Governi di Italia e Spagna sulla loro disponibilità a occuparsi dei 107 naufraghi che, dopo 19 giorni, sono ancora a bordo della nave umanitaria alla fonda al largo dell'isola siciliana di Lampedusa.
"Aspettiamo, però, che si mettano d'accordo sulle modalità: queste persone vanno rispettate, hanno sofferto e soffrono abbastanza", ha dichiarato Riccardo Gatti, della ONG spagnola. Quindi una stoccata a entrambi i Governi: "Perché hanno aspettato 18 giorni per avanzare una soluzione?".
RG 18.30 del 19.08.2019 Il servizio di Anna Valenti
RSI Info 19.08.2019, 21:58
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Precedentemente, lunedì mattina, il Governo spagnolo aveva smentito di aver raggiunto un accordo con l'Italia per lo sbarco, nelle Baleari, pur ribadendo di essere pronto a ricevere i migranti in loco, e aveva accusato l'Italia di violare il diritto internazionale del mare, rifiutando alla nave umanitaria Open Arms la possibilità di accostare.
Secondo Gatti sarebbe opportuno che Italia e Spagna, in caso di accordo sul trasporto dei naufraghi in un porto delle Baleari, "mettessero a disposizione traghetti e non navi militari per fare viaggiare queste persone, stremate".
"Per dare dignità ai naufraghi potrebbero trasferirli a Catania e da lì in aereo portarli a Madrid. Affittare un Boeing per 200 persone costa 240 euro a passeggero. La soluzione Aquarius, lo scorso anno, per una nave della guardia costiera, è costata 250'000 euro, mentre la spesa per l'altra nave neanche si è saputa", sottolinea Gatti.
Sul caso è intervenuta anche la portavoce dell'Esecutivo UE, Natasha Bertaud: "Rivolgiamo un appello agli Stati membri e alle ONG a collaborare per trovare una soluzione che funzioni e che permetta uno sbarco immediato delle persone a bordo" della Open Arms, ricordando tuttavia che la "Commissione europea non ha competenza sui porti di sbarco".
ANSA/M. Ang.