Ad un mese esatto dalla serie di attentati e violenze di Parigi, costata la vita a 17 persone, la Francia fatica a tornare alla normalità. Le stragi alla redazione di Charlie Hebdo e all’Hyper Cacher ebraico, accadute tra il 7 ed il 9 gennaio scorso, hanno mutato la percezione di sicurezza nel paese, ma non solo.
La capitale francese ha vissuto tre giorni di terrore, catalizzando l’attenzione dei media internazionali. Da una parte i fratelli Kouachi, che avevano aperto il fuoco all’interno della sede del giornale satirico, e dall’altra il 32enne Coulibaly, che si era asserragliato con diversi ostaggi all’interno di un supermercato.
I francesi, dopo le stragi, hanno mostrato tutto il loro dolore ma anche tutto il loro orgoglio, scendendo tra le vie parigine alla presenza dei più importanti leader internazionali per esprimere tutta la loro solidarietà ai famigliari delle vittime, sotto lo slogan, “Siamo tutti Charlie. Il ritorno alla normalità è molto lento: a dimostrarlo è la decisione delle autorità parigine di vietare set cinematografici con scene di inseguimenti con auto della Polizia. “Potrebbero creare panico”, dicono. Perché in quei “boulevards”, la realtà ha di molto superato la finzione.
sdr
Dal TG20:
07.02.2015: Charlie Hebdo, un mese dopo
RSI Info 07.02.2015, 21:08
RG 18.30 del 07/02/15: la corrispondenza di Laura Battaglia sull'importanza della frangia yemenita di Al Qaida che si è attribuita l'attentato a Charlie Hebdo
RSI Info 07.02.2015, 20:45
Il dossier: Attacco alla Francia