"Questi due mesi sono stati sconvolgenti, molto più che inimmaginabili, altro che un film": sintetizza così Mattia, conosciuto come il paziente 1 di Codogno, la malattia, la cura e come dice lui la sua risurrezione. Per la prima volta ha rilasciato un’intervista. Su Repubblica, il suo racconto spazia dal buio del coma, alla perdita del padre, all'essere diventato padre e ai ringraziamenti ai medici. "La mia esperienza”, dice, "…può aiutare i politici ad assumere decisioni coerenti".
E sul piano politico in Italia intanto continuano le discussioni e le divergenze sul passaggio alla fase 2. Il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha assicurato in un lungo post su Facebook che prima della fine di questa settimana illustrerà i dettagli di questo piano: "Una previsione ragionevole è che lo applicheremo a partire dal 4 maggio". Il piano avrà un’impronta nazionale tenendo però conto delle peculiarità territoriali, "perché il trasporto in Basilicata non è lo stesso che in Lombardia”. Conte, sottolineando l’unità del paese, ha promesso che sarà ripensata la modalità di trasporto, dei commerci e dovrà essere riorganizzato il lavoro".
Ma parlare di unità in questo periodo non è facile: nel paese la diffusione del contagio è molto eterogenea. La regione più colpita, la Lombardia, nonostante un calo costante di ricoveri e morti, è ancora nell’occhio del ciclone del coronavirus e anche delle polemiche legate alla gestione delle residenze sanitarie assistenziali. L’assessore al Welfare Giulio Gallera proprio oggi ha dichiarato che i tecnici faranno luce su quanto avvenuto, mentre il governatore Attilio Fontana sollecitato da Radio 24 ha detto: "Chi è convinto di non avere sbagliato niente è un po' presuntuoso. Io ritengo che abbiamo fatto tutte le scelte che abbiamo ritenuto e che continuiamo a ritenere migliori. Non essendo io medico in nessun momento mi sono assunto l'ardire di decidere da solo".
In Italia le persone contagiate, dati di lunedì, erano 181'228 e i morti 24'114.