I parlamentari europei hanno approvato oggi, mercoledì, la concessione del label di “energia verde” da applicare, a certe condizioni, anche a gas naturale ed energia atomica, ritenendoli necessari per lottare contro il cambiamento climatico. Una decisione che ha fatto infuriare i movimenti ecologisti.
Il testo controverso era stato presentato lo scorso febbraio dalla Commissione europea e classifica come “sostenibili” certi investimenti per la produzione di elettricità in centrali nucleari – neutrali dal punto di vista carbonico – o a gas, a condizioni che lavorino con le tecnologie più avanzate a disposizione e che, per quanto riguarda le centrali a gas, permettano di sostituire le inquinanti centrali a carbone.
Questa classificazione, detta “tassonomia”, dovrebbe aiutare nell’erogazioni di fondi di finanziamento privati in determinati progetti e si iscrive nell’obbiettivo di neutralità carbonica da raggiungere nel 2050.
Riuniti in sessione plenaria a Strasburgo, gli eurodeputati hanno detto “no” a una risoluzione di rigetto di questa classificazione, bocciandola con 328 voti contro 278 e 33 astenuti. Il tema ha causato spaccature in vari gruppi politici.
Le organizzazioni ecologiste hanno per parte loro duramente criticato questa decisione, parlando di “greenwashing”. Greenpeace, per esempio, ha dichiarato che si appellerà alla Corte di giustizia dell’UE contro questa decisione.
Il dibattito è stato animato anche alla luce della guerra in Ucraina e della dipendenza dalle fonti energetiche russe.
Gazprom assicura forniture di gas all'Europa
Telegiornale 02.07.2022, 14:30
Reazioni contrastanti in Svizzera
La decisione del Parlamento europeo di classificare quindi come sostenibili, a certe condizioni, l'energia nucleare e il gas ha suscitato reazioni contrastanti anche in Svizzera.
Il Forum nucleare Svizzera ha accolto la scelta con favore: “L'energia atomica è uno dei metodi più poveri di CO2 per la produzione di elettricità. Il Parlamento europeo ha deciso basandosi sui fatti”. A suo dire la protezione del clima e la sicurezza dell'approvvigionamento non sono possibili in Europa senza le centrali nucleari.
Per la Fondazione Svizzera per l'energia (SES) - critica nei confronti dell'atomo - il Parlamento europeo attribuisce il predicato di sostenibile proprio ai due rami al centro della crisi energetica attuale: “Le conseguenze sono imprevedibili”. Quel che è certo - afferma la SES - è che la crisi non può essere superata con investimenti nelle due fonti d'energia a combustione.
L'Associazione trinazionale di protezione nucleare (ATPN) intende invece adire le vie legali, sostenendo che “la lobby dell'energia atomica e fossile ha fatto di tutto per portare il Parlamento europeo dalla sua parte, un fatto inaccettabile”. L'ATPN ha già condotti discussioni con un'avvocatessa francese per avviare una causa.