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Parziale ritirata ucraina a Vovchansk

Le truppe di Kiev ripiegano di fronte all’offensiva russa che ha portato alla conquista di oltre una dozzina di villaggi in cinque giorni - Zelensky annulla i suoi viaggi all’estero

  • 15 maggio, 10:24
  • 15 maggio, 22:33
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Forze ucraine sotto costante pressione

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Di: AFP/ANSA/pon

L’esercito ucraino ha annunciato mercoledì il ritiro da alcune aree nei pressi di Vovchansk e Lukyantsi, due delle località della zona di frontiera prese di mira dall’offensiva russa scattata venerdì scorso a nord di Kharkiv. “Di fronte al fuoco nemico e agli assalti di fanteria”, ha reso noto lo Stato maggiore di Kiev, “le nostre unità hanno ripiegato verso posizioni più favorevoli”.

L'esercito russo continua ad avanzare

Telegiornale 15.05.2024, 20:00

Martedì i russi avevano reso noto di essere penetrati in profondità nelle difese nemiche, annunciato la conquista di un altro villaggio e sostenuto che i soldati avevano messo piede a Vovchansk, dove si combatte ormai nelle strade. Un fatto, questo, ammesso mercoledì anche dal responsabile della polizia locale, che ha parlato di “situazione molto difficile”. Altre due località, per un totale che supera ormai la dozzina, sarebbero cadute mercoledì, secondo le autorità militari russe: una delle due è proprio Lukyantsi, l’altra Glibokie.

Mentre l’evacuazione di migliaia di abitanti prosegue - ormai sono 8’000 gli sfollati - per il quinto giorno consecutivo le truppe del Cremlino conquistano così terreno, passo dopo passo, in quella che era considerata una “zona grigia”, rivelatasi insufficientemente protetta da uomini e fortificazioni. Le direzioni dell’assalto sono due: la seconda punta su Liptsy.

L’offensiva ha allungato ulteriormente un fronte già difficile da coprire nella sua interezza ed evidenziato l’insufficienza numerica degli ucraini. Di solito poco propenso ad ammettere debolezze, il capo dell’intelligence militare Kyrylo Budanov - in un’intervista al New York Times - ha riconosciuto che Kiev è riuscita a rallentare la progressione russa presso Kharkiv schierando delle riserve, ma che ora tutti i soldati disponibili sono impegnati o sul nuovo fronte o su quello di Chasiv Yar. Quest’ultima è la città in collina presso Bakhmut, su cui i russi premono da mesi e che, se cadesse, spalancherebbe la strada verso le pianure che conducono a Kramatorsk e Sloviansk, ultimi grandi bastioni ucraini nel Donbass.

Ripresa dai russi Robotyne, località simbolo della controffensiva ucraina

Il fronte si è mosso anche molto più a sud, nella regione di Zaporizhia: Mosca annuncia di aver ripreso Robotyne, dove Kiev aveva festeggiato in agosto uno dei pochissimi successi della sua offensiva della scorsa estate. Volodymyr Zelensky ci si era recato in febbraio per prestare sostegno ai propri soldati.

Le formazioni schierate da Mosca presso Kharkiv non sarebbero sufficienti, secondo il think tank statunitense Institute for the study of war, per minacciare la seconda città del Paese, un milione e mezzo di abitanti prima del conflitto. L’obiettivo sarebbe la creazione di una zona cuscinetto a cavallo del confine. Il timore di Kiev, tuttavia, è che si tratti solo di un primo passo: un ulteriore attacco potrebbe essere sferrato ancora più a nord, vicino a Sumy. Il Cremlino maschera le sue intenzioni e ha intensificato i raid in diverse aree.

Zelensky cancella i suoi prossimi viaggi

A ulteriore testimonianza della criticità della situazione, il presidente Volodymyr Zelensky ha cancellato il viaggio di venerdì in Spagna e con esso anche tutti gli altri imminenti spostamenti all’estero. Martedì aveva ricevuto la visita a sorpresa del segretario di Stato statunitense Antony Blinken, al quale aveva reiterato l’urgenza della consegna degli aiuti promessi e in particolare di batterie di Patriot per proteggere in particolare Kharkiv, oggi quasi indifesa contro gli attacchi russi dal cielo. Blinken ha promesso che, quando arriveranno, i nuovi mezzi “faranno la differenza”.

Missili americani ATACMS sarebbero stati utilizzati nella notte su mercoledì in un attacco ucraino contro la Crimea, che secondo quanto annunciato dal Ministero della difesa russo sarebbe stato in larga misura vanificato. Dieci missili sarebbero stati distrutti, così come 17 droni con bersagli nelle regioni di frontiera di Bryansk, Belgorod e Kursk e uno molto più a nord, in Tatarstan. I voli all’aeroporto di Nizhnekamsk sono stati temporaneamente sospesi ma sono poi ripresi.

Una buona notizia per la popolazione ucraina arriva sul fronte delle forniture di elettricità: le restrizioni introdotte in seguito ai gravi danni infrastrutturali causati dagli attacchi russi degli ultimi mesi sono state levate in diverse regioni, fra cui quelle della capitale, di Odessa e di Dnipro.

Truppe ucraine sotto pressione

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