Trentacinque milioni di argentini sono chiamati a scegliere il loro nuovo presidente in uno scenario di assoluta incertezza. I due sfidanti, Sergio Massa e Javier Milei, rappresentano due proposte e idee di Paese agli antipodi, e secondo tutti i sondaggi della vigilia sarà una lotta all’ultimo voto.
Javier Milei propone un audace piano di dollarizzazione
Nel primo turno il peronista Massa ha raccolto il 36% dei consensi, mentre l’ultraliberista Milei si è fermato al 30%, ma ora la cosa importante è catturare il consenso di chi ha votato per altre opzioni o convincere chi un mese fa non è andato alle urne. Entrambi hanno puntato a toni epici, consapevoli che si tratta di un appuntamento elettorale inedito nella storia argentina. Mai un outsider non appartenente alle forze politiche tradizionali come Milei era riuscito ad arrivare così lontano. Ma non si ricorda nemmeno di un ministro dell’economia in carica, Massa, con serie chances di vincere nonostante uno scenario socioeconomico a dir poco disastroso, con il 142% di inflazione su base annua, quasi la metà delle famiglie che vivono sotto la soglia della povertà, l’inarrestabile erosione del potere d’acquisto dei salari.
Sergio Massa promette riforme e agita lo spauracchio di uno smantellamento dello Stato sociale
Sono due le parole che hanno dominato la campagna elettorale. La prima è miedo, cioè la “campagna della paura” installata da Massa sull’eliminazione del Welfare (salute ed educazione pubblica, sussidi sociali, fondi per la ricerca, la cultura e i trasporti pubblici) in caso di vittoria del suo avversario. La seconda è cambio, il cambiamento radicale proposto da Milei, con la fine del sistema di potere peronista, della corruzione e dell’instabilità economica.
Massa promette di realizzare da presidente quelle riforme che non è riuscito a fare come ministro. Milei promette di mettere fine all’inflazione con un piano audace di dollarizzazione, anche se non è ancora riuscito a spiegare dove troverà i dollari necessari per portare avanti questo progetto. Massa ha come bastione l’enorme periferia di Buenos Aires, dove vive circa un quarto degli elettori. Milei punta tutta sull’interior, come gli argentini chiamano le provincie agricole e produttive lontane dalla capitale. Il primo ha chiuso la sua campagna incontrando pensionati, imprenditori e studenti delle scuole superiori, il secondo ha tenuto un grande comizio a Cordoba, seconda città argentina e bastione dell’opposizione antiperonista. Massa assicura che verrà un periodo di “pace sociale”, Milei mette le mani avanti e denuncia possibili brogli nel conteggio dei voti. Sarà una lunga giornata elettorale, dal finale assolutamente aperto.
Argentina al voto per il nuovo presidente
Telegiornale 19.11.2023, 20:00