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Pennsylvania, là dove il voto è appeso alle trivelle

Reportage nell’area rurale a ovest di Pittsburgh dove l’estrazione del gas naturale ha soppiantato le industrie metallurgiche

  • 15 ottobre, 06:07
  • 17 ottobre, 02:06
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USA, la questione del fracking in Pennsylvania

Telegiornale 14.10.2024, 20:00

Di: Massimiliano Herber (con Mark Yates) 

Il destino dei candidati alla Casa Bianca passa dalla Pennsylvania. Il grande Commonwealth che da Filadelfia si estende fino alle porte del Midwest è “the place to be”. È lo stato chiave con più delegati in lizza (17) e dal cilindro della campagna elettorale è riemerso uno dei temi che più aveva scaldato quella del 2012, una promessa di futuro chiamata “fracking”, l’estrazione di petrolio o gas naturale attraverso la fratturazione idraulica.

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Un pozzo per il fracking a Evans City, Pennsylvania

Nelle campagne nel sud ovest dello stato i pozzi del fracking sono ovunque. Nascosti dai campi di granturco, agli angoli delle fattorie, a due passi dalle periferie urbane. Ne sono stati censiti oltre 220’000. A inizio 2000 la perforazione idraulica era stata la risposta americana alla perdita della sovranità energetica. Ancora oggi genera in Pennsylvania 123’000 posti di lavoro, ma pur sempre 80’000 in meno del 2014, quando fu toccato il picco. Il prezzo del gas troppo basso ha reso meno redditizia l’attività. Visto il suo impatto ambientale, l’ipotesi di nuove trivellazioni divide la popolazione, tra qui vorrebbe ulteriori incentivi e chi maggiori rassicurazioni.

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Una centrale a Mc Donald, Pennsylvania

  • Josh Stonemark

Tre anni dopo aver costruito la propria abitazione nei sobborghi a est di Pittsburgh, nel 2020 la famiglia Stonemark si è vista costruire una centrale di estrazione di gas, con nove pozzi, a poche centinaia di metri da casa. Vibrazioni, odori nauseabondi e rumori incessanti scandiscono regolarmente la quotidianità della famiglia. Michelle e Josh con i loro tre figli non si arrendono, lei ha chiesto al comune maggiori controlli e si batte per una maggiore regolamentazione dei pozzi. Il timore è che la vicinanza provochi malattie, “Emicranie e sanguinamenti dal naso sono già iniziati - spiega Michelle - diversi studi dimostrano che più si è vicini alla piattaforma, più possono svilupparsi alcuni tipi di cancro”.

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Michelle e Josh Stonemark

In quest’angolo di Pennsylvania in pochi credono alla giravolta di Kamala Harris che recentemente ha detto di aver cambiato idea e di non voler più vietare la pratica, ma Michelle si dice pragmatica: “Sarei più rassicurata da Harris. Se Trump tornerà al potere, non cambierà nulla”.

Drill baby drill” (“Trivella baby, trivella!”) è uno degli slogan ripetuti dall’ex presidente nei suoi comizi. Duranti i suoi raduni in Pennsylvania, al ritornello è stato aggiunto un “frack baby frack!” per ammiccare agli elettori di questo “swing state”. La ricchezza dei giacimenti in profondità fa della Pennsylvania il secondo produttore di gas naturale dopo il Texas. “Speriamo che con l’elezione di Trump il settore torni a prosperare”, confida Tina Passieu, una vicina di Michelle. “Certo che ci sono rumori e qualche disagio - spiega - ma quel frastuono significa lavori e benessere”.

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La Pennsylvania rurale

Lontano dalle aree urbane, è territorio rosso. Si vota repubblicano e l’equazione è più gas, più benessere, più fracking = più lavoro. La fratturazione idraulica è tornata a infiammare il dibattito elettorale. Tutti confidano in un cambiamento, anche se poi – paradossalmente – non è il governo federale a concedere le licenze per nuove trivellazioni, ma quello statale. Solo sei stati l’hanno vietato (Vermont, New York, Maryland, Oregon, Washington e California), non la Pennsylvania.

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