Si è nuovamente aggravato, in particolare nella notte tra ieri venerdì e oggi sabato, salendo a 22 morti e molte decine di feriti, il bilancio degli incidenti in Perù fra manifestanti antigovernativi e forze dell'ordine in numerose città del centro-sud del Paese.
Le ultime tre persone decedute sono state registrate ieri in serata, secondo fonti locali, a Pichanaki, nel dipartimento di Junin, città sulla cordigliera centrale peruviana. Per questi nuovi scontri, la Direzione sanitaria regionale ha fornito un bilancio degli incidenti che hanno causato, oltre ai tre morti, oltre una cinquantina di feriti, di cui 43 civili e nove agenti di polizia.
Frattanto va segnalato il fatto che il Parlamento peruviano ha respinto la possibilità di indire elezioni anticipate - fra un anno - come chiesto da un Partito dell'opposizione. Si aggrava così la crisi politica nel Paese sudamericano con i dimostranti che chiedono un veloce ritorno alle urne dopo la recente destituzione del presidente Castillo.
I disordini bloccano, inoltre, centinaia di turisti (anche svizzeri, come confermato a RSINews dal Dipartimento federale degli esteri) nella regione di Machu Picchu.