Scott Gordon, un giudice di Los Angeles, ha respinto lunedì la richiesta di Roman Polanski di poter tornare negli Stati Uniti senza rischiare l'arresto, 40 anni dopo essere fuggito dal paese di fronte all'accusa di stupro ai danni di una 13enne, un episodio avvenuto in casa di Jack Nicholson nel 1977. Inoltre, il magistrato ha stabilito che nessuna decisione rilevante sul caso potrà essere presa a meno che il regista di origine polacca si presenti personalmente in tribunale.
Il giudice Scott Gordon non fa sconti
Il cineasta non intende farlo a meno di sentirsi al sicuro. All'epoca di fatti, aveva ammesso un rapporto sessuale e trascorso 42 giorni in carcere prima di uscire su cauzione. Era poi partito per la Francia nel timore che la corte tornasse sui suoi passi dopo aver concluso un accordo e abbandonato i capi di accusa più gravi.
La procuratrice Michele Hanisee e l'avvocato del regista, Harland Braun
Il suo legale ora sostiene che scontò la pena, tesi respinta dal giudice Gordon, che non intende garantirgli trattamenti di favore. Nel 2009 l'83enne premio Oscar trascorse due mesi in una prigione svizzera e otto ai domiciliari nello chalet di Gstaad, ma la Confederazione alla fine rifiutò l'estradizione.
pon/AFP