Dopo un lungo conteggio, dovuto anche all’alta affluenza (73%), i risultati ufficiali delle elezioni polacche hanno delineato il quadro di un possibile cambio di rotta a Varsavia, con l’attuale partito di conservatore governo, Diritto e Giustizia (Pis) che ha ottenuto la maggioranza relativa davanti agli sfidanti principali della progressista Coalizione civica (Ko), ma non ha i numeri né per governare da solo, né con la destra estrema di Confederazione libertà e indipendenza. Si apre quindi lo scenario di una coalizione di centro sinistra guidata da Ko con la partecipazione di Terza via, terza forza in parlamento, e la sinistra di Lewica. La formazione del nuovo governo potrebbe durare però a lungo, a partire dalla decisione che verrà presa dal presidente Andrei Duda, ex membro di Pis, sulla persona a cui affidare l’incarico.
Maggioranza relativa a Pis
Con il 36% dei voti Diritto e giustizia rimane dunque il primo partito in parlamento, nonostante il sensibile calo. Per lo storico leader Jaroslaw Kaczynski e il premier Mateusz Morawecki dopo otto anni di governo e il trionfo alle elezioni del 2019, dove il Pis aveva raccolto oltre il 43% dei consensi, arriva lo schiaffo da parte dell’elettorato che si è distanziato da una formazione che a livello interno ha spinto troppo verso l’autoritarismo, ad esempio con la riforma della giustizia andata ad intaccare le garanzie di indipendenza del sistema, e suscitato critiche da ampi settori della società polacca per ciò che riguarda restrizioni ai diritti delle donne in relazione alla regolamentazione delle interruzioni di gravidanza; a livello esterno è entrato inoltre spesso e volentieri in conflitto con l’Unione Europea, sempre gli stessi motivi. Al Pis rimane un notevole zoccolo duro, ma non sufficiente per formare il terzo governo di fila. Morawecki potrebbe ricevere da Duda l’incarico per sondare la possibilità di trovare una maggioranza, ma le possibilità sono ridotte al lumicino.
Il governo a Tusk?
L’ex premier e presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, alla guida della Coalizione civica, si è posto come l’alternativa a Kaczynski, ma il duello diretto l’ha perso, rimanendo lontano da quel testa a testa che qualche sondaggio della vigilia aveva previsto. Ko è il secondo partito al Sejm, con il 30%, e una leggera crescita di quasi il 3% rispetto a quattro anni fa. L’opposizione ha aumentato il suo serbatoio complessivo, con il contributo non proprio imponente di Tusk, che si trova ora a fare i conti con i possibili alleati, soprattutto con quelli di Terza via, il cui successo ha aumentato anche il potere contrattuale in vista di una coalizione anti-Pis. La questione della formazione del governo e dei nuovi equilibri potrebbe mettere in luce anche le differenze fra i tre partiti che non hanno per ora una vera base politica in comune. Battuto però Diritto e Giustizia va creato un nuovo governo stabile e che regga l’intera legislatura e questa sarà la sfida più difficile per Tusk.
Il successo di Terza Via e la sconfitta di Lewica
Chi può cantare davvero vittoria e la Terza via di Szymon Holownia e Władysław Kosiniak-Kamysz, alleanza centrista ed europeista fondata nell‘aprile di quest‘anno, proprio in vista dell‘appuntamento elettorale, dalla fusione di altre due piattaforme, Coalizione polacca e Polonia 2050. Terza via mischia elementi conservatori e progressisti ed è stata la forza che ha maggiormente guadagnato, ottenendo quasi il 15%, più di sei punti rispetto alla somma dei risultati dei singoli partiti nel 2019. Potrebbe essere il partner fondamentale per un nuovo governo di centro sinistra guidato da Tusk, al quale si assocerebbe Lewica, blocco di sinistra che è riuscito ad arrivare in parlamento, rimanendo però con l’8,5% sotto le attese e perdendo circa quattro punti rispetto al 2019.
L’estrema destra rimane forte
Confederazione libertà e indipendenza, formazione di estrema destra, antieuropea e sciovinista, è riuscita a confermare la propria forza, poco oltre il 7%, ma non ha sfondato, segnale che comunque il potenziale dell’elettorato di destra ed estrema destra nel paese ha i suoi limiti, visto che i flussi elettorali in uscita dal Pis si sono riversati su partiti moderati. Il sostanziale contenimento della destra radicale e le perdite del Pis sono in ogni caso una buona notizia anche per l’Unione Europea, che potrebbe ritrovarsi di fronte un governo un governo meno scomodo che potrebbe ammorbidire le frizioni sui tempi da tempo in discussione e su cui Kaczynski e il Pis avevano mostrato poca elasticità. Un eventuale governo Tusk sarebbe quindi ancora più allineato all’Europa, sia per le questione dello stato di diritto, economiche, riguardati temi caldi come l’immigrazione o il clima, e ovviamente per quel concerne il sostegno all’Ucraina, di cui la Polonia è comunque stato anche nella precedente legislatura con l’inizio della guerra un importante e fondamentale alleato.
Polonia: confermata la vittoria dell'opposizione
Telegiornale 17.10.2023, 12:43