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Pulitzer, premiati lavori sull'Ucraina

Il più prestigioso riconoscimento ai giornalisti dell'AP - NYT e Washington Post tra i migliori

  • 9 maggio 2023, 10:07
  • 26 giugno 2023, 11:58
Di: ATS/AlesS

I giornalisti ucraini dell’Associated Press (AP) Mstyslav Chernov, Evgeniy Maloletka, Vasilisa Stepanenko e Lori Hinnant hanno vinto il premio Pulitzer, categoria servizio pubblico, il più prestigioso di tutti. Il riconoscimento è andato per i loro “coraggiosi” reportage realizzati a Mariupol, dove “hanno testimoniato il massacro di civili durante l’invasione russa dell’Ucraina”. L’AP ha pure vinto il Pulitzer per la copertura fotografica svoltasi sempre durante il conflitto e soprattutto a Mariupol, “immagini uniche e urgenti, dopo che altre testate giornalistiche se n’erano andate”.

Anche lo staff del New York Times (NYT) si è aggiudicato un premio ("International Reporting") per la sua "risoluta copertura dell'invasione russa dell'Ucraina, compresa un'indagine di otto mesi sulle morti ucraine nella città di Bucha e sull'unità russa responsabile delle uccisioni".

Il NYT ha fatto il bis con il Pulitzer per il reportage illustrato e commentato assegnato alla collaboratrice Mona Chalabi, "per le illustrazioni sorprendenti che combinano rapporti statistici con analisi approfondite per aiutare i lettori a comprendere l'immensa ricchezza e il potere economico del fondatore di Amazon Jeff Bezos".

Due Pulitzer anche al Washington Post, al Los Angeles Times e al sito Al.Com di Birmingham. Il quotidiano della capitale ha conquistato il riconoscimento per il reportage nazionale con Caroline Kitchener (sulle conseguenze dell'abolizione della sentenza sull'aborto Roe v. Wade) e per la scrittura caratteristica con Eli Saslow (con articoli evocativi su persone alle prese con la pandemia, la solitudine, la tossicodipendenza e l'ineguaglianza).

Premio per la narrativa

Quest'anno, con una decisione insolita ma non inedita, il premio per la narrativa è andato a due libri: “Demon Copperhead” di Barbara Kingsolver e "Trust" di Hernan Diaz. E mentre il libro "His Name Is George Floyd: One Man's Life and the Struggle for Racial Justice", di Robert Samuels e Toluse Olorunnipa (Viking), è arrivato solo finalista nella categoria biografia, il volume ha vinto un Pulitzer nella categoria General Nonfiction, quasi tre anni dopo l'omicidio dell'afroamericano.

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