Putin parla di "guerra", ironia e denunce

Venerdì gli Stati Uniti hanno invitato, con una punta di ironia, il presidente russo Vladimir Putin a riconoscere la realtà del conflitto in Ucraina e a ritirare le proprie truppe. Questo dopo il suo uso della parola "guerra", proibita in Russia, durante una conferenza stampa.

Innescato il 24 febbraio, l'intervento russo in Ucraina è ufficialmente chiamato "operazione militare speciale" in Russia. Le autorità russe hanno introdotto una legge che prevede pesanti pene detentive per ogni pubblicazione di informazioni sull'esercito russo ritenute “false” e diverse persone sono state condannate, in particolare dopo aver pubblicamente definito il conflitto una “guerra”.

Tuttavia, durante una conferenza stampa tenuta giovedì, il capo del Cremlino ha usato proprio questa parola, assicurando di volere che il conflitto in Ucraina finisca "il prima possibile".

"A partire dal 24 febbraio, gli Stati Uniti e il resto del mondo sapevano che l'"operazione militare speciale" era una guerra non provocata e ingiustificata contro l'Ucraina", ha detto un portavoce del Dipartimento di Stato americano. "Alla fine, dopo 300 giorni, Putin ha chiamato la guerra con il suo nome", ha aggiunto. "Come prossimo passo per riconoscere la realtà, lo esortiamo a porre fine a questa guerra ritirando le sue truppe dall'Ucraina".

"L'aggressione della Russia contro la sovranità del suo vicino ha causato morte, distruzione e sfollamento delle popolazioni in Ucraina", qualunque sia la terminologia usata da Putin, ha proseguito il Dipartimento di Stato.

Un deputato municipale russo, Nikita Yuferev, ha annunciato da parte sua giovedì sera di aver sporto denuncia contro il capo di Stato Vladimir Putin, accusato di aver diffuso "false informazioni" usando la parola "guerra" quando ha descritto quella che ufficialmente era definita "operazione speciale".

Questa richiesta ha poche possibilità di successo, tanto più che il testo dell'eletto locale contiene diversi errori di fatto, come la data del discorso di Putin o il nome stesso del presidente, scritto persino al femminile.

Le truppe russe, che non riescono a dominare la scena sul campo di battaglia, continuano a lanciare missili e altri ordigni su obiettivi civili in diverse zone dell'Ucraina. Tanto venerdì quanto ancora sabato mattina hanno bombardato il territorio della regione di Kherson 74 volte nelle ultime 24 ore, uccidendo almeno otto civili e ferendone svariate decine - tutte persone che guidavano l'auto o facevano compere in un mercato cittadino.

"Il nemico ha attaccato senza pietà i quartieri residenziali della città di Kherson per tutto il giorno, sono stati registrati 36 attacchi. I proiettili russi hanno colpito strutture critiche, asili, una scuola, un ospedale, negozi, una fabbrica, case private e condomini". Lo ha dichiarato Yaroslav Yanushevych, capo dell'amministrazione militare regionale di Kherson. In particolare, un bambino è stato portato in ospedale con ferite multiple da schegge e una ragazza è in gravi condizioni.

Sabato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha denunciato un atto di "terrore" russo per "intimidire" gli ucraini, dopo l'attacco nel centro di Kherson. "Questa mattina, sabato 24, alla vigilia di Natale, nel centro di Kherson. Dove non c'erano installazioni militari. Questa non è una guerra secondo le regole definite. Questo è terrore, è uccidere per intimidire e divertirsi". "Il mondo deve vedere contro quale male assoluto noi stiamo combattendo", ha criticato il capo di Stato sui social media.