Un Sudafrica indebolito dalla crisi economica e afflitto dalla corruzione. E' questo il paese che Cyril Ramaphosa, eletto dal Parlamento giovedì al posto di Jacob Zuma, eredita dal suo predecessore travolto dagli scandali.
Ramaphosa, ex sindacalista diventato uomo d'affari, ha immediatamente dichiarato davanti ai deputati che "le questioni relative alla corruzione" saranno una delle sue priorità. Una promessa fatta in vista delle elezioni generali, programmate per il 2019. Nel frattempo la società civile si aspetta che intervenga, tra gli altri, sui dossier più caldi: ad esempio quello relativo alla famiglia Gupta - imprenditori d'origine indiana legati a filo doppio con l'ex presidente Zuma e finiti nel mirino della magistratura - o sul gigante dell'elettricità Eskom, azienda diventata "una vacca da mungere", secondo le parole di un ex amministratore delegato, e ormai portata sull'orlo del fallimento.
Intanto mentre una piccola élite nera si è rapidamente arricchita dopo la caduta dell'apartheid un quarto di secolo fa, la maggior parte dei sudafricani continua a vivere in povertà, stritolata da una disoccupazione al 27%, lontano dall'ideale della nazione "arcobaleno" di Nelson Mandela, che auspicava risorse per tutti.
AFP/M. Ang.