Una ventina di persone sono rimaste ferite e cinquanta fermate, in seguito agli scontri fra manifestanti e polizia avvenuti lunedì in Sassonia. La seconda manifestazione di protesta, in reazione alla rissa di sabato che ha portato all'uccisione di un 35enne tedesco da parte di due immigrati, è stata organizzata da un gruppo di hooligan e da diversi partiti di estrema destra.
RG 07.00 del 28.08.18: il servizio di Walter Rauhe
RSI Info 28.08.2018, 09:28
Contenuto audio
I partecipanti erano circa 3'000 e sono stati sorpresi da 1'000 sostenitori di una contromanifestazione. Le forze dell'ordine sono riuscite solo a fatica a tenere separate le due fazioni opposte. Il veloce arresto dei due presunti responsabili del mortale agguato, un uomo di nazionalità siriana e un iracheno, non è bastato a riportare la calma in una città dominata dalla rabbia e dall'odio.
L'opinione del politologo
Secondo il politologo Hajo Funke, professore emerito dell'università di Berlino ed esperto di estrema destra in Germania, intervistato dalla RSI, quanto successo "non era imprevedibile perché a Chemnitz come anche Dresda e in altre città della Sassonia esiste un'ampia rete neonazista e di estrema destra. Ma non c'è solo questa realtà pronta alla violenza esiste anche una polizia che non affronta il problema e a livello politico manca la volontà di intervenire e prevenire".
Il risentimento nei confronti degli stranieri in Sassonia non è una novità, politicamente era stato canalizzato già prima del massiccio arrivo dei rifugiati nel 2015. Ora però la situazione dovrà cambiare. Il Governo di Berlino ha finalmente preso in mano la situazione e chiesto ai politici sassoni di schierarsi chiaramente dalla parte dello Stato di diritto e della democrazia e contro l'istigazione alla violenza.
DALLA TV
Gli scontri di Chemnitz
Telegiornale 28.08.2018, 22:00