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Paramedici uccisi dalle forze israeliane, condanna ONU

Il Guardian cita testimoni oculari: “Alcuni dei paramedici palestinesi avevano le mani legate - Appare come un’esecuzione”

  • 1 aprile, 23:23
  • Ieri, 08:27
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I corpi di 8 soccorritori della Mezzaluna Rossa, recuperati a Rafah una settimana dopo un attacco israeliano. Striscia di Gaza, 31 marzo 2025

Di: AFP/ATS/Guardian/M. Ang. 

“Condanno l’attacco condotto dall’esercito israeliano contro un convoglio medico e di emergenza il 23 marzo, che ha causato l’uccisione di 15 operatori medici e umanitari a Gaza”. Così l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, ha condannato martedì l’attacco della scorsa settimana dell’esercito israeliano contro un convoglio, che ha ucciso 15 operatori umanitari e personale medico a Gaza. “Il ritrovamento dei loro corpi 8 giorni dopo a Rafah, sepolti vicino ai loro veicoli distrutti e chiaramente identificati, è profondamente inquietante”, ha aggiunto Türk. “Solleva importanti interrogativi sulla condotta dell’esercito israeliano durante e dopo l’incidente”.

Questi commenti arrivano dopo che la Società della Mezzaluna Rossa Palestinese ha dichiarato domenica di aver recuperato i corpi di 8 dei suoi medici, 6 membri dell’Agenzia di Difesa Civile di Gaza e un dipendente delle Nazioni Unite. Un medico della Mezzaluna Rossa è ancora disperso.

L’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite OCHA ha dichiarato all’AFP che “le informazioni disponibili indicano che la prima squadra è stata uccisa dalle forze israeliane il 23 marzo, e che altre squadre di emergenza e di soccorso sono state colpite una dopo l’altra per diverse ore mentre cercavano i loro colleghi dispersi”. La strage è avvenuta nel quartiere Tal al-Sultan della città di Rafah, vicino al confine egiziano, pochi giorni dopo che l’esercito ha ripreso a bombardare Gaza dopo una tregua di quasi due mesi.

“I miei operatori hanno ripetutamente espresso la loro preoccupazione per la detenzione e l’uccisione del personale medico e di emergenza a Gaza, che lavora in condizioni estremamente difficili”, ha aggiunto Türk, sottolineando che “centinaia di loro sono stati uccisi negli ultimi 18 mesi”. “Questo incidente deve essere oggetto di indagini indipendenti, tempestive e approfondite, e i responsabili di qualsiasi violazione del diritto internazionale devono essere chiamati a risponderne”, ha concluso.

Le testimonianze raccolte dal Guardian

Due testimoni oculari hanno riferito al Guardian che alcuni dei corpi dei 15 paramedici e soccorritori palestinesi, uccisi dalle forze israeliane a Rafah e sepolti in una fossa comune nove giorni fa a Gaza, sono stati trovati con le mani e le gambe legate e con ferite da arma da fuoco alla testa e al torace. Il dottor Ahmed al-Farra, medico senior presso il complesso medico Nasser di Khan Younis, ha assistito all’arrivo di alcuni resti e ha riferito al Guardian di “aver potuto vedere tre corpi quando sono stati trasferiti all’ospedale Nasser. Avevano proiettili nel petto e nella testa. Sono stati giustiziati. Avevano le mani legate”, ha detto Farra. “Li hanno legati in modo che non potessero muoversi e poi li hanno uccisi”.

I nuovi dettagli emersi fanno pensare a un crimine di guerra - scrive il Guardian - e riguardano i fatti del 23 marzo, quando gli equipaggi delle ambulanze della Mezzaluna Rossa palestinese e i soccorritori della protezione civile sono stati inviati sulla scena di un attacco aereo nelle prime ore del mattino nel distretto di al-Hashashin di Rafah, la città più a sud di Gaza. L’Idf ha ammesso di aver sparato sulle ambulanze per la presenza di persone sospette.

I team umanitari internazionali hanno avuto accesso al sito solo nello scorso fine settimana. Un corpo è stato recuperato sabato. Altri 14 sono stati trovati in una fossa domenica e sono stati riportati per le autopsie nella vicina città di Khan Younis.

Coloni danno fuoco a case in Cisgiordania, interviene Idf

Intanto il Times of Israel riporta che martedî sera un gruppo di circa 50 coloni israeliani ha fatto irruzione nel villaggio palestinese di Duma in Cisgiordania, dando fuoco alle proprietà e attaccando i residenti. È dovuto intervenire l’Idf per sedare lo “scontro violento”. L’esercito israeliano afferma di aver ricevuto segnalazioni secondo cui decine di coloni sono entrati a Duma e hanno appiccato il fuoco alle proprietà. “In seguito, si è sviluppato un violento scontro tra civili israeliani e palestinesi nella zona con segnalazioni di diversi palestinesi feriti nell’incidente” fino all’arrivo dell’esercito israeliano.

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