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Trump e il giorno dei dazi

Il mondo economico e i mercati finanziari attendono con apprensione le decisioni USA -  UE, Von der Leyen avverte: “Risponderemo con forza” - Incertezza anche per le aziende svizzere

  • Ieri, 22:02
  • Ieri, 22:25
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USA, l'attesa per l'annuncio di nuovi dazi doganali

Telegiornale 01.04.2025, 20:00

  • EPA/Keystone
Di: Telegiornale/ATS/M. Ang. 

Mercati finanziari e mondo economico attendono con apprensione le decisioni che il presidente USA Donald Trump annuncerà mercoledì su una serie di nuovi (ma ancora imprecisati) dazi doganali. Nel mirino della Casa Bianca ci sarebbero in particolare i Paesi che vantano una bilancia commerciale in attivo nei confronti degli Stati Uniti, ossia che vi esportano merci per un controvalore superiore a quello dei beni importati. L’Unione Europea si dice dal canto suo pronta a rispondere. 

Trump l’ha definito il giorno della liberazione, ma su cosa dirà mercoledì il presidente degli Stati Uniti c’è la massima incertezza. Di sicuro si sa solo l’orario (le 22 ora dell’Europa centrale) e il tenore dell’annuncio: l’imposizione di una serie di nuovi dazi doganali. Ancora non si sa su quali beni e a quanto ammonteranno. Tra i possibili bersagli c’è l’Unione Europea che non sembra disposta a rimanere inattiva in caso venisse colpita e prova a mostrare compattezza, fermezza e al tempo stesso apertura al dialogo.

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USA, l'attesa per l'annuncio di nuovi dazi doganali

Telegiornale 01.04.2025, 20:00

 UE, Von der Leyen: “Sui dazi risponderemo con forza”

“Una cosa deve essere chiara. L’Europa non ha iniziato questo scontro ma è pronta a rispondere con forza”, ha scandito la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, di fronte agli eurodeputati a Strasburgo, a una manciata d’ore dall’inizio di una imprevedibile guerra commerciale con gli Stati Uniti. La numero uno di Palazzo Berlaymont prova a fare quadrato attorno all’esecutivo europeo. E tenta, soprattutto, di scongiurare le possibile crepe che l’attacco di Trump ai prodotti europei potrebbe innescare tra i 27. La linea, con l’avvicinarsi del D-Day del 2 aprile, non è cambiata. Anzi, all’interno della Commissione si sta radicalizzando una convinzione: una reazione di portata equivalente alle tariffe che imporrà Washington, in questo momento, è la sola strada perseguibile.

Certo, molto dipenderà dalla dimensione dei dazi che il presidente USA deciderà mercoledì. Prevederlo, ancora in queste ore, per Bruxelles resta difficile. In Commissione sono pronti una serie di piani di risposta, a seconda delle percentuali delle tariffe e del numero di categorie di prodotti che saranno coinvolti. Le ultime affermazioni di Trump a riguardo - “saremo gentili” - non hanno illuso più di tanto i vertici europei. La porta agli Stati Uniti è aperta ma le condizioni per un dialogo potrebbero cambiare.

“Andiamo verso i negoziati con una posizione di forza. L’Europa ha molte carte in mano”, ha sottolineato von der Leyen. Ad essere colpiti, innanzitutto, potrebbero essere i servizi che gli USA esportano oltreoceano. Verrebbero inoltre ripristinate quelle tariffe introdotte dall’UE in occasione della prima guerra commerciale con Trump. Tariffe poi a lungo sospese. Salendo di livello è tutt’altro che escluso che Bruxelles punti il mirino verso le Big Tech, che, tra l’altro, potrebbero essere sanzionate per violazione del Digital Market Act. Infine, c’è il bazooka dello strumento di coercizione, una sorta di golden power che Bruxelles ha istituito per difendersi dalle politiche commerciali aggressive.

Negoziare, ma anche diversificare. A prescindere da come si concluderà questa prima battaglia sui dazi, Bruxelles sa che non potrà contare su Washington come prima. Dall’inizio dell’anno la Commissione ha accelerato sui partenariati commerciali con i Paesi terzi, dal Messico al Sudafrica. Il 3 e 4 aprile, a Samarcanda, si terrà il primo vertice tra UE e Asia Centrale: von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa voleranno in Uzbekistan per delineare una partnership strategica con una regione cruciale anche in chiave anti-Russia. 

Incertezza anche per le aziende svizzere

Anche le aziende Svizzere attendono di sapere cosa succederà: in generale la preoccupazione tocca in particolare le società che non possiedono impianti di produzione negli USA. Stando agli analisti di UBS, il settore più colpito potrebbe risultare quello chimico-farmaceutico, che esporta oltreoceano un quarto della sua produzione. Timori alimentati dal fatto che la bilancia commerciale elvetica è in attivo nei contronti degli Stati Uniti.

Nell’attesa di mercoledì i principali mercati finanziari europei hanno vissuto una giornata all’insegna dei rialzi: l’indice SMI della borsa svizzera (tra i meno brillanti) ha fatto segnare un più 0,7%. Il tutto mentre la quotazione dell’oro continua a battere primati su primati: oggi l’oncia ha sfiorato quota 3’150 dollari prima di ripiegare leggermente. Da inizio anno il pezzo dell’oro è così salito del 20%.

01:33

Dazi USA, la posizione della Svizzera

Telegiornale 01.04.2025, 20:00

Dazi, Cassis: “Per la Svizzera è importante non ritrovarsi schiacciata tra USA e UE”

E sui temi caldi del momento il Telegiornale della RSI ha intervistato il Consigliere federale Ignazio Cassis al termine dell’incontro avuto martedì con la ministra degli esteri austriaca, Beate Meinl-Reisinger in visita ufficiale in Svizzera.

Tra i due piccoli Paesi neutrali il clima è come sempre disteso e non mancano i sorrisi. La situazione geopolitica ha però obbligato Ignazio Cassis e Beate Meinl-Reisinger a parlare oggi soprattutto di sicurezza; dei dazi degli Stati Uniti non si è discusso ma il tema - dice la ministra austriaca - è chiaramente tra quelli più caldi del momento. “Come Europa siamo sempre stati fieri delle buone relazioni transatlantiche, alle quali restiamo fedeli, gli Stati Uniti resteranno un partner importante. Dobbiamo però essere coscienti che in questa guerra dei dazi ci saranno solo dei perdenti. Ma se vogliono seguire questa strada reagiremo, l’Unione europea dimostrerà la sua forza. Su questo c’è unità di intenti”.

Per Ignazio Cassis stabilizzare i rapporti con l’UE non significa limitarsi ai nuovi accordi: “Nella questione dei dazi per la Svizzera è importante non ritrovarsi schiacciata tra Stati Uniti e UE, di questo la Commissione europea è consapevole e di questo parliamo anche in modo molto costruttivo”.

02:12

Dazi USA, l'intervista a Manfred Elsig

Telegiornale 01.04.2025, 20:00

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