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Regno Unito, cronaca di una svolta annunciata

Anche i conservatori sanno che perderanno le elezioni da loro stessi indette, l’unica domanda è quanto - Keir Starmer vuole ricucire con l’UE, senza disfare la Brexit

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GB, domani le elezioni

Telegiornale 03.07.2024, 20:00

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Di: Agenzie/RSI Info

Aprono alle 7 (le 8 in Svizzera) i seggi per le elezioni parlamentari anticipate nel Regno Unito, con cui verranno rinnnovati i 650 seggi della House of Commons, la camera bassa del Parlamento.

Le urne chiudono alle 23 svizzere, quando si attendono i primi exit poll.

Potrebbe essere addirittura la maggioranza più alta mai raggiunta da un partito britannico dal lontano 1832, quella che i laburisti otterranno oggi dalle elezioni in Gran Bretagna. Almeno secondo YouGov, che assegna loro ben 431 seggi, contro i 102 dei conservatori, ma c’è chi dà i Tories addirittura sotto quota 100. Sarebbe un aumento di 231 seggi rispetto alla taglia attuale del gruppo, e una perdita di ben 270 seggi per il partito al potere. Nemmeno Tony Blair, l’astro più brillante del laburismo britannico degli ultimi cinquant’anni, riusci ad averne così tanti, infatti si fermò a quota 418.

Rishi Sunak è rassegnato. L’ultima tegola sulla sua testa è stata la presa di posizione del “Sun” di Rupert Murdoch, il tabloid conservatore che ha fornito un contributo determinante nel portare il Paese fuori dall’UE. Ebbene, persino il “Sun” ha scelto di appoggiare Keir Starmer, l’avvocato figlio di un’infermiera e di un costruttore di utensili che nel 2020 ha preso le redini del partito laburista, riportandolo al centro dopo gli anni del radicalismo di Jeremy Corbin. Secondo il giornale è lui il “nuovo manager” di cui il paese ha bisogno.

Farage UKIP ReformUK

Nigel Farage

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Ma prima ancora del “Sun” c’era stata la ridiscesa in campo di Nigel Farage, l’ex leader dello UKIP, amico di Donald Trump ed estimatore della Svizzera, che sembra essersi dato per missione quella di torturare i conservatori cucinandoli nel loro brodo. Già leader del partito per l’indipendenza della Gran Bretagna (UKIP) con cui fu più volte eletto a Strasburgo (ma mai a Westminster) Farage è tornato con una nuova sigla, “ReformUK”, che ruberà consensi sopratutto a destra.

Per risollevare le sorti dei Tories da qualche giorno si è rifatto vivo Boris Johnson. Forse l’unico che può salvare qualcosa, contrastando quel Farage che chiama sprezzantemente “il Putinista”. Johnson sa di non poter ritornare al potere nel prevedibile futuro, ma in un partito che sta per essere macinato da uno schiacciasassi, almeno può provare a tornare in sella. Poi, si vedrà.

Fare pace con Bruxelles, senza tornare nell’UE

La Brexit non ha portato fortuna al Regno Unito. Tra tutti paesi del G7 è quello con l’economia che cresce meno. Politicamente si è marginalizzato, eccezion fatta per il ruolo che ancora gioca nella NATO. I sondaggi dicono che molti britannici ci hanno ripensato. Starmer no, nel senso che anti-UE non lo è mai stato, a differenza del suo predecessore Corbin, euroscettico di sinistra.

Gran Bretagna
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Il probabile prossimo inquilino del numero 10 di Downing Street vuole migliorare i rapporti con Bruxelles, senza tornare indietro sulla Brexit. Quel che è fatto è fatto. Peraltro è molto improbabile che l’UE accetterebbe di riammettere il Regno Unito nella stessa situazione che aveva fino al 2020, ovvero con tutte le eccezioni di un tempo, da Schengen all’Euro.

Cosa abbia in mente Starmer non è chiaro. Forse una qualche forma di riavvicinamento al mercato interno, ma nella poco invidiabile posizione di chi deve accettare regole che non è più chiamato a scrivere, compreso un ruolo per la Corte di giustizia (vi ricorda situazioni simili?).

E’ probabile che le capitali continentali gli daranno una mano. Dopotutto, sono tempi incerti: a est e a sud ci sono guerre in corso, a Washington potrebbe ritornare Donald Trump. La barca transatlantica rischia di ritrovarsi in acque ancora più agitate di quelle attuali. La vecchia Europa avrà bisogno di tutto l’aiuto possibile, comprese quello di oltre Manica.

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