Un pentito tunisino, coinvolto nel traffico di migranti tra la Tunisia e l'Italia, ha deciso di parlare con gli inquirenti di Palermo per evitare l'arrivo nella Penisola di "un esercito di kamikaze", raccontando di essere a conoscenza dell'esistenza di un'organizzazione criminale che gestiva un traffico di esseri umani, contrabbandava tabacchi e aiutava a espatriare soggetti ricercati in Tunisia per reati legati al terrorismo, organizzando i viaggi a bordo di natanti veloci.
Notiziario delle 11.00 del 09.01.2019 La corrispondenza di Claudio Bustaffa
RSI Info 09.01.2019, 12:15
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In seguito alla soffiata i carabinieri di Palermo hanno eseguito nella province di Palermo, Trapani, Caltanissetta e Brescia 15 fermi con l'accusa di istigazione a commettere delitti in materia di terrorismo e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
Tra i fermati anche un uomo che istigava al terrorismo, invocava la morte in nome di Allah e faceva apologia dell'autoproclamato Stato islamico (IS). Nel profilo Facebook del fermato accusato di apologia all'IS sono stati trovati video di esecuzioni. E' stato anche scoperto materiale propagandistico delle attività di gruppi islamici di natura terroristica come preghiere, scritti, ordini, istruzioni e video con scene di guerra, immagini di guerriglieri, discorsi propagandistici e kamikaze presi dalla rete.
Scoperti anche suoi contatti con profili di altri estremisti islamici. L'arrestato era uno dei cassieri dell'organizzazione e gli inquirenti sospettano che abbia usato il denaro guadagnato coi viaggi nel Canale di Sicilia anche per finanziare attività terroristiche.