Salah Abdeslam, l'unico attentatore superstite del commando del Bataclan, si è "scusato" con le vittime e ha versato qualche lacrima alla fine del suo ultimo interrogatorio al processo per gli attacchi del 13 novembre 2015 a Parigi.
"Voglio presentare le mie condoglianze e le mie scuse a tutte le vittime", ha dichiarato l'uomo di 32 anni in aula. "So che c'è ancora dell'odio, oggi vi chiedo di detestarmi con moderazione", ha detto con le lacrime sulle guance.
"Vi chiedo di perdonarmi", ha aggiunto Abdeslam davanti alla Corte d'assise speciale di Parigi a conclusione del suo interrogatorio, iniziato mercoledì, durante il quale ha insistito sul fatto che quella sera avrebbe dovuto farsi esplodere in un bar del 13esimo arrondissement ma che poi aveva "rinunciato" alla vista di quei ragazzi che gli assomigliavano e si divertivano. Alla domanda di una dei suoi legali, Olivia Ronen, se rimpiangesse di non averlo fatto, ha risposto: "Non lo rimpiango, non ho ucciso quelle persone e non sono morto".
Salah si è poi messo a piangere parlando del dolore di sua madre e ha chiesto perdono anche agli altri tre imputati con lui, accusati di averlo aiutato durante la fuga: "Non volevo trascinarvi in tutto questo", ha detto.
Se le mie scuse potessero "fare bene a una sola delle vittime, per me sarebbe una vittoria. È tutto quello che ho da dire", ha concluso.
Il presidente della corte, Jean-Louis Périès, ha sospeso l'udienza che riprenderà con l'interrogatorio degli altri imputati