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Salvini non si distanzia da Putin, malumori anche tra i suoi

Il vicepremier e leader leghista punta a intercettare gli elettori filorussi ma, secondo il politologo Giovanni Orsina, “è una strategia che in Italia non paga” - E nella Lega c’è chi ora guarda a Zaia

  • 19 marzo, 22:00
  • 20 marzo, 13:31

Matteo Salvini imbarazza il governo

Telegiornale 19.03.2024, 20:00

Di: Telegiornale/RSI Info

Mentre la maggior parte dei leader occidentali ha contestato le elezioni in Russia, in Italia il leader leghista e vicepremier Matteo Salvini ha usato parole ben diverse, creando un certo imbarazzo nel Governo. Meloni ha parlato di maggioranza coesa in politica estera, ma le distanze rimangono. “Quando un popolo vota, ha sempre ragione, ovunque voti”, ha dichiarato Salvini ai giornalisti, ed è toccato al ministro degli Esteri Tajani ribadire che quelle elezioni non sono state né libere né regolari. 

L’obiettivo di Salvini è intercettare gli elettori filorussi. Sullo sfondo, le elezioni europee a giugno, dove Il leader leghista punta sull’alleanza a destra con Le Pen e Alternative fur Deutschland, più morbidi nei confronti di Putin.

“Nei sondaggi la Lega non cresce, – ha spiegato Giovanni Orsina, politologo dell’Università Luiss Roma, ai microfoni della RSI – quindi in un certo senso abbiamo un indicatore che questa strategia, in Italia, non paga. In Europa si va a parlare a un gruppo di partiti che stanno crescendo e che sono forti, ma che dopo le elezioni europee saranno un po’ tagliati fuori dai giochi”.

Una strategia che non convince tutti, anche nella stessa Lega, che “era il partito degli interessi produttivi del nord”, prosegue il politologo, “mentre il ‘salvinismo’ è tutt’altra cosa, ovvero un progetto di partito nazionale e sovranista. Oggi, visto che il salvinismo è in crisi, questa componente rientra in campo, addirittura potrebbe immaginare di collocarsi sul centro-destra, quindi a sinistra di Meloni.”

Per farlo però servirebbe un leader diverso e c’è chi guarda al presidente del Veneto Luca Zaia che, conclude il politologo, “sebbene venga anche lui da destra, negli ultimi anni si è spostato molto verso il centro, candidandosi a essere in un certo senso il traghettatore verso questa nuova Lega. E Zaia, dai segnali che ha mandato, questa cosa ce l’ha già in testa”.

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