Il tentativo in extremis del Governo presieduto da Giorgia Meloni di scongiurare lo sciopero di 48 ore dei benzinai in Italia ha spaccato le rappresentanze sindacali, che hanno deciso di continuare in ordine sparso: FEGICA e FIGISC/ANISA, infatti, confermano la chiusura di due giorni mentre FAIB ha deciso di ridurre la protesta a 24 ore.
Da ieri sera, martedì, alle 19.00 (alle 22.00 in autostrada) vi sono dunque lucchetti a tutte le pompe di carburanti che fanno capo alle tre organizzazioni. Poi i percorsi si divideranno. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha spiegato di auspicare "che siano ridotti i disagi per i cittadini" dopo il tavolo di confronto dal quale si augura che si possa proseguire nel merito del decreto sulla trasparenza dei prezzi. Intanto, ha sottolineato Urso, rimane l'obbligo di esposizione del prezzo medio regionale, a beneficio di tutti.
E se martedì c'è stata la corsa degli automobilisti a fare il pieno, mercoledì mattina le tre sigle faranno il punto in "una riunione di coordinamento", stando a quanto ha reso noto la FAIB. Sarà "un'assemblea dei gruppi dirigenti, aperta a deputati e senatori di tutti i gruppi parlamentari”, spiegano FEGICA e FIGISC-ANISA, la cui marcia indietro appare ora più difficile.
"Troppo poco e troppo tardi per revocare lo sciopero", hanno del resto spiegato i presidenti delle due sigle sindacali, osservando che il tentativo del ministro "peraltro apprezzato", non riesce a incidere "con la necessaria concretezza" sulle misure del decreto contestato.