Un immenso poster campeggia di fronte agli arrivi dell’aeroporto di Edimburgo. “Vorresti vivere in una delle nazioni più ricche al mondo?”. Domanda retorica, risposta scontata. La stessa che gli attivisti di YesScotland auspicano oggi, giovedì, sulla scheda elettorale. Lungo la strada per il centro, la campagna indipendentista è ovunque. Bandiere con la croce di Sant’Andrea sventolano sui palazzi, drappi nazionalistici alle finestre, manifesti sulle vetrine dei negozi: un tripudio di patriottici YES.
Non solo uomini per il sì
In Princess Street, la via dello shopping, una ragazza arringa una piccola folla. Si chiama Deirdre, studia antropologia all’università ed elenca i vantaggi dell’indipendenza. Al suo fianco, altri studenti, con il sì pitturato sulle guance, distribuiscono sorrisi e adesivi. Qualche turista si ferma incuriosito e chiede di scattare una foto ricordo assieme. Molto gettonata, anche la statua della regina Vittoria, avvolta nella bandiera scozzese.
Bandiere ovunque
Gli unionisti sono carbonari silenti, sopraffatti dalla chiassosa esuberanza di un’utopia ad un passo dalla realtà. Neal è proprietario di una pasticceria non distante da Holyrood, il parlamento scozzese. Sulla porta d’ingresso, semi-nascosta, ha incollato una cartolina di BetterTogether. “Le ragioni del cuore fanno sempre più rumore, ma io preferisco votare con la testa”, spiega.
Sì alla finestra
La sera da Conan Doyle, un gastro-pub a gestione familiare, in tv si guardano le partite della Champions, poca voglia di politica. Davanti ad una ale, unionisti e nazionalisti ritrovano d'incanto la comune identità. John, carpentiere, è nato a Inverness, vota Labour e tifa Rangers. E’ il solo NO della serata: “A Newcastle, Liverpool e Manchester vivono tantissimi amici. Non possono essere città straniere”. Annuiscono i suoi vicini, pur schierati per il sì. Perché il vero nemico è Londra. “Ci disprezzano, per loro saremo sempre gli sweaty socks (calzini sudati, ndr). Ne abbiamo abbastanza”. Alan non fa a tempo a concludere la frase che è già tornato con lo sguardo alla partita.
Lorenzo Amuso
Dal TG20:
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