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Sei contagiati in Lombardia

Cinque gravi. Focolaio intorno al 38enne di Codogno. "I cittadini di Codogno, di Castiglione d'Adda, di Casalpusterlengo stiano in casa"

  • 21 febbraio 2020, 14:06
  • Ieri, 19:52
01:52

RG 12.30 del 21.02.20: il servizio di Anna Valenti

RSI Info 21.02.2020, 13:42

  • Ansa
Di: ATS/Massimiliano Angeli 

"Sono sei i casi di positività al coronavirus" in Lombardia. Lo ha affermato l'assessore al Welfare della Regione, Giulio Gallera in una conferenza stampa, venerdì mattina, a Milano.

I sei infettati

Un 38enne di Castiglione d'Adda (Lodi), è sempre ricoverato all'ospedale di Codogno, nel Lodigiano, in prognosi riservata, con insufficienza respiratoria. L'uomo lavora all'Unilever di Casalpustelengo, dove i sanitari stanno effettuando i tamponi ai colleghi. Altri due infettati sono la moglie del 38enne, in stato di gravidanza all'ottavo mese, un'insegnante del liceo Novello di Codogno (ma al momento non lavora) e una terza persona, uno stretto conoscente del 38enne, che si è presentato in ospedale con i sintomi della polmonite. Entrambi sono ricoverati al Sacco di Milano, ospedale specializzato (come lo Spallanzani di Roma) per le bioemergenze. Gli altri 3 infettati si sono presentati spontaneamente nella notte tra giovedì e venerdì all'ospedale di Codogno.

Il 38enne, a fine gennaio, aveva cenato con un manager tornato dalla Cina, ma non è detto che sia stato quello il momento del contagio. Il manager, che lavora per una società di Fiorenzuola, messo in isolamento al Sacco, è infatti risultato negativo venerdì al test al Covid-19.

Quarantena per 250 persone

L'assessore Gallera ha poi sottolineato che sono circa 250 le persone entrate in contatto (a meno di 2 metri) con i 6 pazienti e ora poste in isolamento. Saranno sottoposte al tampone.

"State in casa a Codogno, Castiglione d'Adda e Casalpusterlengo"

I cittadini di Codogno, di Castiglione d'Adda, di Casalpusterlengo sono stati invitati a rimanere in casa per evitare la diffusione del contagio. "Ad ora le dimensioni del fenomeno le stiamo vedendo e definendo minuto dopo minuto", ha spiegato Gallera, aggiungendo che "per ora non c'è la necessità di confinare in isolamento tutta la popolazione. Se ci sarà un livello superiore di difficoltà, sarà il ministero della Salute e Interni a decidere. A oggi è misura di carattere prudenziale e precauzionale".

Intanto, da Roma, Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani ha dichiarato che "per la prima volta in Italia siamo passati da casi di importazione a casi di circolazione locale del virus". La dichiarazione di Ippolito arriva a margine dei lavori della task Force sul coronavirus che si è svolta sabato mattina al Ministero della Salute, nella capitale.

Come agisce il virus: il contagio e le cose da sapere

Secondo uno studio pubblicato su Lancet, il virus 2019 n-CoV, potrebbe essere trasmesso anche da persone che non hanno sintomi. Quindi è necessario isolare i pazienti e mettere in quarantena chi ha avuto contatti con i malati. Ogni persona può infettarne altre 2,6 (stima dell'Imperial College di Londra). La distanza di sicurezza da una persona infetta, per evitare colpi di tosse o starnuti, è di 2 metri. L'infettivologo Massimo Galli, professore all'Università di Milano-Ospedale Sacco, intervistato dal Corriere della Sera, ha spiegato che il periodo di incubazione è di 5,2 giorni. Il periodo di contumacia (quarantena) per capire se il virus si è manifestato è di 14 giorni. Il coronavirus si trasmette attraverso la saliva, colpi di tosse o starnuti. Con contatti personali (o toccando oggetti contaminati) e poi portandosi le mani sulla bocca, sul naso, sugli occhi e con la contaminazione fecale. I coronavirus sopravvivono sugli oggetti fino a 9 giorni. Muoiono in 1 minuto se entrano in contatto con candeggina, alcol, acqua ossigenata. I consigli: lavarsi le mani frequentemente, con sapone o soluzioni alcoliche, almeno per 20 secondi. Evitare carne cruda o poco cotta, frutta e verdura non lavate. Nel caso si sospetti di essere infettati non bisogna presentarsi al pronto soccorso ma telefonare e spiegare la situazione.

L'appello dell'immunologo Roberto Burioni

"Le ultime notizie mi portano a ripetere per l'ennesima volta l'unica cosa importante. Chi torna dalla Cina deve stare in quarantena. Senza eccezioni". Lo ha scritto su Facebook l'immunologo Roberto Burioni commentando anche il caso del 38enne ricoverato a Milano. "Spero che i politici lo capiscano perché le conseguenze di un errore sarebbero irreparabili" ha aggiunto.

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Notiziario 14.00 del 21.02.2020

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