Il premier serbo Milos Vucevic ha annunciato oggi, martedì, le sue dimissioni. La decisione, “irrevocabile”, è stata resa nota in una conferenza stampa a Belgrado, durante la quale il capo del Governo ha detto di volere con il suo gesto “ridurre le tensioni nel Paese”.
Vucevic, in carica dallo scorso anno dopo essere stato responsabile della Difesa, era incalzato da mesi dalle proteste. L’ultima lunedì, con decine di migliaia di partecipanti nella capitale. Soprattutto gli studenti chiedono giustizia per la morte di 15 persone nel crollo di un tetto il 1° novembre alla stazione di Novi Sad, dove dei lavori erano appena stati portati a termine. Per i dimostranti, si tratta di un classico esempio delle conseguenze di corruzione e negligenza.
Il cantiere era uno dei molti nel Paese, che sotto la presidenza del presidente populista e nazionalista Aleksandar Vucic ha molto investito nel rinnovo delle infrastrutture, in collaborazione con compagnie cinesi. Anche il sindaco della città, Milan Djuric, lascerà il proprio incarico. Per questa tragedia la procura ha incriminato 13 persone, ma aveva disposto il rilascio dell’ex ministro delle infrastrutture Goran Vesic, alimentando i dubbi sull’imparzialità dell’inchiesta. Il Parlamento ha 30 giorni per confermare le dimissioni di Vucevic, dando il via a un iter che condurrebbe a elezioni anticipate.
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