E’ entrata in vigore giovedì la discussa legge polacca sull'Olocausto. Lo scontro diplomatico con Israele, le tensioni con Washington e le proteste delle organizzazioni ebraiche di tutto il mondo non hanno fermato la normativa, che prevede fino a tre anni di carcere per chi attribuisca allo Stato polacco i crimini nazisti della Seconda guerra mondiale.
La legge, però, potrebbe restare ferma fino alla pronuncia della Consulta di Varsavia. Firmandola, infatti, il presidente Andrzej Duda l'aveva rinviata alla Corte costituzionale che dovrà valutarne la conformità con la Costituzione. E l'intenzione di attendere è emersa recentemente dalle dichiarazioni delle autorità polacche e del Governo del premier, Mateusz Morawiecki.
Nella capitale però l'atteggiamento è ambiguo: se da un lato si ribadisce la volontà di "risolvere nel dialogo" le contraddizioni suscitate dalla norma, si fa poi concretamente poco per fermare la crisi diplomatica generata dal nuovo provvedimento, elaborato per "difendere il buon nome della nazione polacca".
ATS/Reuters/EnCa