di Bettina Müller e Thomas Paggini, inviati RSI in Ucraina
Incontriamo Vitali Tradin nel reparto di traumatologia di un enorme ospedale civile di Dnipro. Fa fatica a sollevare la testa per parlarci e ci spiega che si è rotto la gamba destra in combattimento. Prima della guerra lavorava nella produzione di pannelli solari vicino a Nikopol, nel centro-sud dell’Ucraina.
Poi, all’inizio della guerra, è entrato nell’artiglieria. Per lui è stata una fortuna. Perché la posizione di fuoco sta a 10-20-50 chilometri dal fronte non vedeva quello che faceva. Non vedeva l’orrore e il sangue del fronte. Per Vitali Tradin, il confronto con la Russia sarebbe avvenuto anche senza Putin, poteva succede ora, o tra 20 anni o tra 30 anni. “In un certo senso sono grato a dio che sia toccato alla mia generazione di assumerci la responsabilità del confronto con la Russia, per non lasciarla alle generazioni future.”
Riabilitazione
Poche stanze più in là incontriamo un altro soldato ucraino ferito a Bakhmut, Alexander, con una grave ferita al piede. “Vengo da quell’inferno” ci ha detto, e ha confermato di aver visto molti soldati russi combattere sotto effetto di anfetamine.
Non ci sono cifre precise sul numero dei soldati feriti in quest’anno di guerra. La direttrice di uno dei sei grandi ospedali di Dnipro ci ha detto che arrivano 100 soldati feriti ogni giorno. Con ferite gravi provocate da artiglieria pesante e da mine anti-uomo e anti-carro. Gravi ferite al torace, e nell’addome-e agli arti-e ci sono numerose amputazioni.
Protesi
I soldati con arti amputati vengono portati in riabilitazione all’ovest del paese. Solo dopo 6 mesi, quando le ferite si sono ben chiuse, si comincia a lavorare con le protesi.
SEIDISERA 18.00 del 29.05.2022 La testimonianza dal Donbass di Luca Steinmann
RSI Info 29.05.2022, 18:12
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