Quaranta corpi sono stati ripescati mercoledì nel Nilo a Khartoum, la capitale del Sudan, facendo così salire ad un centinaio il bilancio dei morti delle violenze di lunedì.
La repressione da parte dei militari contro la protesta per la democrazia, con cui da settimane si chiede loro di ritirarsi dal potere, era iniziata con la dispersione dei manifestanti, accampati dal 6 aprile fuori dal loro quartier generale.
Da quando il dittatore Omar al Bashir è stato cacciato dall'esercito l'11 aprile, su pressione degli stessi dimostranti, l'obiettivo dei contestatori è rimasto l'instaurazione di un potere civile.