Prima la decisione della Russia di non rinnovare l'accordo, mediato dalla Turchia e dall'ONU, che per quasi un anno ha permesso al grano ucraino di continuare ad essere esportato attraverso il Mar Nero. Poi gli attacchi degli ultimi giorni con droni sui porti fluviali lungo il Danubio, ultima rotta rimasta per fare uscire i cereali dal'Ucraina.
Kiev non può più rifornire i propri clienti e questo ha immediatamente fatto alzare il prezzo mondiale dei cereali. Soffrono i Paesi destinatari, specie i più poveri, ma soffrono anche gli agricoltori del Paese in guerra. I porti che non sono stati bombardati non hanno le infrastrutture tecniche per soddisfare una domanda cosi ampia e non è possibile cambiare le cose in tempi brevi.
Thomas Paggini e Emilio Romeo sono andati a vedere per il Telegionale RSI.