L'annunciata intenzione del presidente statunitense Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele e trasferirvi l'ambasciata americana sta suscitando vibranti reazioni in tutto il mondo.
A niente sono valse le fortissime preoccupazioni espresse dagli alleati arabi ed europei che, nelle ultime ore, hanno sommerso la Casa Bianca di appelli alla prudenza, inviando al presidente americano un chiaro messaggio: non si può scherzare col fuoco, con la regione mediorientale pronta ad esplodere. Sarebbe un errore fatale. "La questione dello status di Gerusalemme dovrà essere risolto nel quadro dei negoziati di pace fra israeliani e palestinesi", il monito del presidente francese Emmanuel Macron. Il re di Giordania Abdallah e il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi hanno espresso direttamente al presidente USA tutta la loro contrarietà. In campo anche Papa Francesco, che ha parlato al telefono con Abu Mazen.
Il primo ministro turco Binali Yildirim ha bollato mercoledì la decisione di Trump come "illegittima". Secondo il premier "è essenziale per il futuro della regione e della pace nel mondo che il presidente americano" non vada avanti con il piano annunciato. Martedì il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva evocato la possibilità della rottura dei rapporti diplomatici con Israele.
ATS/M. Ang.
RG delle 12.30 del 06.12.17 le considerazioni di Stefano Silvestri, già presidente dell'Istituto affari internazionali di Roma
RSI Info 06.12.2017, 13:11
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