Il social network di Elon Musk è “una piattaforma mediatica tossica”: così il quotidiano britannico The Guardian ha annunciato mercoledì la decisione di non pubblicare più contenuti su X, invitando i suoi lettori a seguire le notizie sul sito web o tramite l’applicazione del giornale.
Una scelta - almeno per il momento - non condivisa dal Consiglio federale, che continua a considerare le opportunità dell’ex Twitter superiori ai rischi: “È un canale importante per la comunicazione governativa, sia a livello nazionale che internazionale” , spiega Andrea Arcidiacono, vicecancelliere e portavoce del Consiglio federale, evidenziando come la piattaforma permetta “rapite prese di posizione sugli eventi”. Arcidiacono riconosce comunque le criticità di X, legate anche alla sua appartenenza all’amministratore delegato di Tesla, figura controversa e ormai parte della futura amministrazione Trump: “È importante assicurare una valutazione e una moderazione continua di tutte queste piattaforme”.
La strategia per i social media del Consiglio federale resta dunque in evoluzione e in attesa di una linea comune per l’intero Governo, ciascun consigliere federale e dipartimento può decidere se e come presenziare sui social. Karin Keller-Sutter e Albert Rösti, per esempio, non hanno mai aperto come consiglieri federali un profilo personale su X, mentre Elisabeth Baume-Schneider ha chiuso il suo a ottobre e il collega Beat Jans starebbe valutando di fare lo stesso.