Svizzera

“Nel 1994 diversi momenti di grande tensione”

È scaduto il periodo di confidenzialità di 30 anni per i documenti del Consiglio federale - Le considerazioni dello storico Sacha Zala

  • 1 gennaio, 19:12
  • 1 gennaio, 20:41
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I documenti segreti svizzeri del 1994

Telegiornale 01.01.2025, 20:00

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Di: SEIDISERA/Telegiornale/M. Ang. 

Erano segreti fino a qualche giorno fa, ora sono pubblici. Sono i documenti del Consiglio federale del 1994. Puntualmente, allo scadere del periodo di confidenzialità di 30 anni, il centro di ricerca Documenti Diplomatici Svizzeri (Dodis) ne pubblica una selezione, consultabile sul sito www.dodis.ch. Documenti particolarmente interessanti, dal punto di vista odierno, per due analogie coi tempi attuali: la politica estera ed europea cercava una via d’uscita a una situazione difficile, e il Consiglio federale doveva fare i conti con alcune clamorose sconfitte alle urne.

Le attuali sfide del Governo, dunque, trovano un parallelismo con quelle del 1994. La RSI ne ha parlato con lo storico Sacha Zala, direttore del centro di ricerca.

“Effettivamente per uno storico come me che ha seguito i processi verbali del Consiglio federale per decine e decine di anni (quindi che conosce un po’ le dinamiche all’interno di questo gremio), leggendo appunto questi processi verbali mi è parso di cogliere diversi momenti di grossa tensione, di poco affiatamento - addirittura a tal punto che in primavera il consigliere federale Adolf Ogi chiedeva formalmente ai suoi colleghi di fare un ritiro: un ritiro proprio per discutere sulle meccaniche e sulla maniera con la quale i membri del Consiglio federale dovevano lavorare”, dice Sacha Zala.

Ma quali sono i punti di frizione? Si fa ancora sentire il duro scontro tra Flavio Cotti e Arnorld Koller, dell’anno prima, per l’assunzione della direzione del Dipartimento degli Esteri?

“Ci sono probabilmente due elementi un po’ di rottura o forse tre. Uno certamente era forse la presidenza di Otto Stich, che nel contempo era anche ministro delle Finanze in un periodo di risparmi. Praticamente non vediamo una singola decisione del Consiglio federale nella quale il ministro delle Finanze (che era appunto anche presidente della Confederazione) non fece interventi forti proprio per risparmiare. Poi, probabilmente, c’erano ancora rancori aperti sulla questione della direzione del Ministero degli affari esteri e quindi lì anche, forse, un certo momento di scollamento. Poi non va dimenticato che la questione europea era una di quelle questioni (forse ancora oggi lo è in maniera evidente) che tocca tutti i Dipartimenti. Ogni Dipartimento ha propri interessi, che sono divergenti. C’è un po’ una tendenza, quella che ogni consigliere federale cerca di fare l’interesse del proprio dipartimento (e che quindi ci siano questi momenti di scollatura)”.

Nel 1994 il consigliere federale Flavio Cotti diede la possibilità di accedere alla carriera di ambasciatore a “quereinsteiger”, a persone che non avevano una carriera diplomatica alle spalle. Una mossa che non fece felici tutti, come titolarono i giornali di allora. Ma come venne accolta questa scelta all’interno del governo?

“Ciò creò certamente anche sentimenti di rancore nelle persone che avevano fatto la carriera diplomatica normale ma creò anche incomprensione all’interno del Consiglio federale. Infatti, in autunno, quando Cotti arrivò con la terza nomina di una persona senza una carriera diplomatica e che dovrebbe ricevere il titolo di ambasciatore (in questo caso ambasciatrice, era la presidente del Consiglio nazionale Gret Haller), il Consiglio federale reagì abbastanza duramente e verso la fine della seduta (nonostante il Consiglio federale a denti stretti dovette accettare le proposte che arrivavano da Cotti), ci fu un biasimo abbastanza forte da parte del presidente della Confederazione. Possiamo dire che il 1994 è stato un anno di crisi. Già per le dinamiche interne del Consiglio federale, alla quale si aggiunse una crisi vera e propria di confidenza, come disse il Consiglio federale stesso, in quanto votazioni importanti, che ebbero luogo nel 1994, furono bocciate da parte del popolo. Quindi il Consiglio federale si vide in un certo senso tolta la fiducia da parte del popolo e dei Cantoni”.

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SEIDISERA del 01.01.2025 L’intervista allo storico Sacha Zala

RSI Info 01.01.2025, 19:08

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