Theresa May ha formalizzato venerdì pomeriggio le preannunciate dimissioni dalla guida del partito conservatore britannico. Lo ha comunicato il Comitato 1922, responsabile dell'organizzazione interna dei "tories".
Contemporaneamente si apre ufficialmente la corsa alla sua successione in quella carica (che occupava da tre anni) e, in un prossimo futuro, anche a Downing Street. Per il momento sono 11 i candidati che hanno annunciato l'intenzione di scendere in campo.
In corsa per la successione
Le migliori chance le ha il 54enne Boris Johnson, ex sindaco di Londra ed ex ministro degli esteri, scampato proprio venerdì a un processo per le bugie che avrebbe raccontato all'opinione pubblica durante la campagna in vista del voto sulla Brexit. Sostiene che se la Gran Bretagna non lascerà l'UE entro il 31 ottobre, il suo partito rischia di estinguersi. I numeri recenti sembrano dar ragione a questa tesi: i conservatori sono stati solo quinti nelle recenti elezioni europee, nelle quali il più votato è stato il Brexit Party di Nigel Farage.
Oggi a Downing Street ha ricevuto una lettera da Nigel Farage
Gli altri favoriti sono il 51enne Michael Gove, titolare dell'ambiente, e l'attuale capo della diplomazia, il 52enne Jeremy Hunt. In lizza anche due donne, Esther McVey e l'ex ministra dei rapporti con il Parlamento Andrea Leadsom, l'ex ministro per la Brexit Dominic Raab, il responsabile dell'interno Sajid Javid, figlio di immigrati pachistani, il deputato Mark Harper, Rory Stewart, il ministro della sanità Mark Hancock e un unico fautore del "remain" (e di un secondo voto popolare), Sam Gyimah.
L'ultimo giorno di Theresa May
Telegiornale 07.06.2019, 22:00