Torna alta la tensione in Ecuador dove, alla fine del 17esimo giorno di mobilitazione promossa dalla Confederazione delle nazionalità indigene (Conaie), il presidente Guillermo Lasso ha deciso di reintrodurre lo stato di emergenza in quattro province: Azuay, Imbabura, Sucumbíos e Orellana.
Inoltre, indica il portale di notizie Primicias, il negoziato fra il Governo e la Conaie continua a essere sospeso e Lasso ha confermato di non voler più dialogare con il leader indigeno Leonidas Iza, e neppure con il presidente del Parlamento, Virgilio Saquicela, che aveva mediato fra le parti, considerandolo "colpevole" di aver votato a favore della sua destituzione nella mozione, poi respinta per mancato raggiungimento del quorum, presentata dall'opposizione.
Quello di ieri mercoledì è il terzo decreto di stato di emergenza firmato dal capo dello Stato, che ha comunque tenuto fuori dalla misura la Provincia di Pichincha, che include la capitale Quito, dove permangono molte migliaia di manifestanti indigeni in attesa di istruzioni sul modo come portare avanti la protesta antigovernativa.