Cinque sole condanne - fra cui quella a 2 anni e 8 mesi per il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, ma il ministero pubblico ne aveva chiesti più di 11 - e 25 assoluzioni comprese quelle dell'ex prefetto di Pescara Francesco Provolo e dell'ex presidente della provincia Antonio Di Marco: si è chiuso così venerdì, fra le contestazioni da parte dei parenti delle vittime, il processo di primo grado per la tragedia dell'Hotel Rigopiano.
"Vergogna vergogna. Ingiustizia è fatta. Assassini. Venduti. Fate schifo!", sono le grida risuonate in aula. Gli altri condannati sono due dirigenti del servizio di viabilità, il gestore dell'albergo e il redattore di una relazione tecnica riguardante l'hotel.
Il disastro dall'alto
Per politici, funzionari, dirigenti prefettizi e gestori comparsi alla sbarra la procura aveva chiesto in tutto 150 anni di carcere. Le accuse erano a vario titolo di disastro colposo, omicidio plurimo colposo, falso, depistaggio e abuso edilizio.
Sotto le macerie rimasero 29 corpi
Era il 18 gennaio del 2017 quando una valanga spazzò via l'albergo sul versante pescarese del Gran Sasso, e con esso 29 vite umane. Le vittime morirono per asfissia, ipotermia e schiacciamento. Per estrarre tutti i corpi ci volle una settimana. Una decina di persone sopravvisse.
I tempi della giustizia sono stati lunghi: dalla prima udienza tre anni e mezzo, inframezzati da 15 rinvii e dalle precauzioni legate alla pandemia.
Tragedia dell'Hotel Rigopiano, condannato il sindaco
SEIDISERA 23.02.2023, 18:15
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Rigopiano, le vittime sono 29
Telegiornale 26.01.2017, 12:30