Non dei nomi o una soluzione, ma un limite di tempo per ricomporre le divergenze dopo le elezioni europee di domenica. I leader europei, dopo il primo incontro di martedì sera, si sono dati tre settimane per ricompattarsi sulle nomine dei futuri vertici dell'UE.
Alcuni capi di Stato, tra cui Emmanuel Macron, non intendono farsi legare le mani dal Parlamento nella scelta del nome del prossimo presidente della Commissione. Altri, tra cui Angela Merkel, non vogliono voltare le spalle al sistema degli spitzenkandidaten, che porterebbe all'elezione di Manfred Weber, compagno di partito della cancelliera.
La soluzione trovata al vertice e quella di affiancare a Donald Tusk, attuale presidente del Consiglio europeo, sei primi ministri, due ciascuno per socialisti, socialisti e liberali, nella scelta dei candidati per la presidenza di Commissione, Consiglio, Banca centrale e Alto rappresentante per gli affari esteri.