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Trump ci riprova in Texas

Ennesimo tentativo del presidente uscente di ribaltare il voto del 3 novembre. Dana Nessel, procuratrice generale del Michigan: "Causa ridicola"

  • 10 dicembre 2020, 22:16
  • 22 novembre, 17:59
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Trump ci prova ancora

Telegiornale 10.12.2020, 21:00

Di: Massimiliano Herber 

Nonostante i numerosi rifiuti e le bocciature, non si fermano le azioni legali di Donald Trump per ribaltare l’esito del voto delle elezioni presidenziali statunitensi, vinte dal Democratico Joe Biden. A pochi giorni dalla proclamazione del Collegio dei grandi elettori, 17 Stati si sono uniti al Texas nel tentativo di far annullare il voto nei quattro Stati che si sono rivelati decisivi per la vittoria di Biden.

L’appuntamento è nel pomeriggio americano alla Corte Suprema per l’audizione della causa intentata da Ken Paxton, Procuratore generale del Texas, repubblicano conservatore, sodale di Trump, per rovesciare il risultato elettorale.

Per il Presidente in carica è "la possibilità di salvare il Paese dal più grande abuso elettorale nella storia. Il 78% delle persone - ha twittato Trump - pensa (sa!) che le elezioni sono state truccate"

Il procuratore del Texas si è rivolto alla Corte Suprema per chiedere di annullare il risultato delle urne in Georgia, Pennsylvania, Michigan e Wisconsin. Colpevoli di aver consentito il voto per corrispondenza causa pandemia. Via la certificazione di quei 62 grandi elettori assegnati a Biden. Non ci sono più accuse di brogli o irregolarità, solo il sospetto per il cambiamento della prassi.

“Mi dispiace per i contribuenti del Texas che devono finanziare questa causa ridicola", ha dichiarato Dana Nessel, Procuratrice Generale del Michigan.

Legalmente la causa va contro il buonsenso e secondo gli esperti non pare avere chance di vittoria, ma al Texas ora si sono uniti i Procuratori generali di altri 17 Stati repubblicani. Undici di loro incontreranno oggi Trump. Ennesimo assalto disperato o segnale di un nuovo movimento trumpiano?

Lunedì il Collegio dei Grandi elettori confermerà definitivamente la vittoria di Joe Biden alle Presidenziali, ma quest’ultimo sussulto per ragioni partitiche fa capire lo stato di salute della democrazia americana, la forza della sue istituzioni e quanto queste poggino, in fondo, su poche persone: governatori, giudici, deputati, funzionari... come il responsabile elettorale della Georgia.

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